Il Governo impone la bollitura al latte che non piace all’industria

12 dicembre 2008 – Il latte crudo sfuso, che in mezza Europa s’è affermato prima ancora che in Italia, e che ovunque sia stato messo liberamente in commercio, in commercio è rimasto, in Italia trova un suo primo clamoroso (e atteso) stop.

Lo ha decretato mercoledì 10 un’ordinanza del sottosegretario alla Salute, Francesca Martini sulle ”Misure urgenti in materia di produzione, commercializzazione e vendita diretta di latte crudo per l’alimentazione umana”, che stabilisce “l’obbligo di riportare sulle macchinette erogatrici e sulle bottiglie l’indicazione che il latte deve essere consumato previa bollitura”.

Il latte”, prosegue il documento, “deve avere come data massima di scadenza il terzo giorno dalla messa a disposizione del consumatore; la sospensione della commercializzazione di latte crudo attraverso macchine erogatrici non rispondenti ai requisiti e il divieto di somministrazione di latte crudo nell’ambito della ristorazione collettiva”.

«Si tratta», ha precisato la Martini, «di un giro d’affari di 6 milioni di euro all’anno, considerando che un litro di latte costa 1 Euro e che sono sei milioni i litri erogati dai distributori. Voler usare la filiera corta è un fattore positivo, ma questo deve avvenire con la massima e corretta informazione».

E qui viene il bello. Nell’imporre ai gestori dei distributori automatici l’obbligo di indicare con appositi cartelli la “necessità” di bollitura, la rappresentante del Governo parla di informazione. Ed è curioso che lo faccia proprio mentre i tiggì nazionali imboniscono gli italiani con toni terroristici sulle conseguenze che ci sarebbero per la salute umana nel consumare questo tipo di alimento.

Due le domande che sorgono spontanee: ma i Servizi Sanitari Locali, che quotidianamente prelevano campioni, analizzano, autorizzano in lungo e in largo per l’Italia gli oltre mille e cento distributori, che ci stanno a fare? come può essere che per gli organismi locali preposti sia tutto a posto (come di fatti è) e per il Governo centrale ci sia l’urgenza di imporre la bollitura? È un caso se questo freno nella vendita di latte alla spina avviene dopo le levate di scudi di Assolatte, che negli ultimi mesi non ha perso occasione per criminalizzare il fenomeno?

Sulla materia del contendere consigliamo la lettura di alcuni autorevoli interventi presenti sul web che, duole dirlo, non riescono a trovare sui grandi organi d’informazione lo spazio che meriterebbero. Ancora una volta a “cantare”, in tivvù, sono quelli con la “voce grossa, e ancora una volta il web si fa apprezzare per la pluralità di pensiero e la possibilità di fare della sana “controinformazione”:

Blogosfere – Nuovo spauracchio: il latte crudo
Ecoblog – Latte crudo, i produttori dicono: “E’ Paolo De Castro a guidare la crociata contro di noi”
Ruralpini –  Il latte crudo fa bene ma non si dica in giro

e poi Claudia, che ne sa più del(l’ex) ministro…:

Chi è Claudia

I mass media stanno esagerando…
Come manipolare il latte crudo per non correre rischi
I danni della pastorizzazione
La legislazione deve cambiare
Prassi igieniche per la produzione di latte crudo

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Una cronologia degli eventi, ben ricostruita da  :
Pseudoemergenza Coli O 157

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Inoltre registriamo con favore i primi “contrordine” emanati a livello locale dalle autorità sanitarie che ribadiscono la salubrità del latte crudo alla spina:

Friuli Venezia Giulia: nessun pericolo da vendita latte crudo
Nel riminese il latte crudo è sano
Patologia del latte crudo – L’Ausl ribadisce: nessun bambino colpito in provincia

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Ma cos’è il latte crudo sfuso e perché è preferibile a quello confezionato e pastorizzato?

Dal sito di Altroconsumo:
http://www.altroconsumo.it/latte-latticini-uova/latte-crudo-s108442.htm

Il latte munto alla stalla viene filtrato e refrigerato, cioè portato a una temperatura compresa tra 0 e 4 °C e poi distribuito tramite dei dispenser, distributori automatici a self-service: si inserisce la moneta e il beccuccio eroga il latte.

Le bottiglie si possono trovare sul posto oppure portare da casa. Non subisce nessun trattamento termico (pastorizzazione o sterilizzazione), né omogeneizzazione; in pratica si consuma al naturale. I vantaggi di un prodotto del genere sono indubbi.

Dal punto di vista della qualità, il latte crudo è più ricco di proteine e vitamine rispetto a quello pastorizzato.

Sotto il profilo del gusto, è ricco di grasso non omogeneizzato, quindi più saporito del latte confezionato.

Esiste anche un vantaggio ambientale: si saltano molti passaggi di imbottigliamento e trasporto ed è anche questo il motivo per cui il latte crudo ha un costo abbastanza contenuto: in media 1 euro al litro.