Alto Adige: il latte è bene trasformarlo in azienda

Sono cinquemilatrecento le famiglie altoatesine che vivono anche di produzione di latte (o che per meglio dire sopravvivono, visto che anche là le centrali del latte pagano una miseria i propri conferenti). Lo ha comunicato la Federazione delle Latterie dell’Alto Adige in occasione della 12ma edizione del World Milk Day, ieri, giornata di promozione mondiale del latte voluta dalla Fao e ben volentieri supportata dalle associazioni degli industriali di settore.

Nel 2011 il fatturato complessivo del prodotto latte degli allevatori sudtirolesi è stato pari a 189 milioni di euro, “somma che”, precisa la federazione regionale del latte, “in buona parte rimane all’interno del circuito economico della regione”. La lavorazione del latte nelle latterie sociali locali ha mantenuto novecento posti di lavoro, “rappresentando”, continua la nota, “una importante fonte di reddito”. Ben più felice anche qua risulta la situazione di chi trasforma il proprio latte all’interno dell’azienda, garantendosi un introito più decoroso e  offrendo al mercato prodotti ancora degni di alta considerazione e interesse.

 

Rimanendo ancora in Alto Adige, ma confrontando i dati locali con quelli nazionali, la provincia autonoma di Bolzano è quella che registra il maggior numero di aziende agricole con animali da latte (48,3%), seguita dalla Lombardia (39,7%), dalla Valle d’Aosta (38,6%) e dalla Sardegna (33,4%). Fanalino di coda la Puglia (con il 2,2%).

 

Classifiche basate su valori relativi, in quanto percentuali, che contrastano fortemente con quelle che esprimono valori assoluti: qui la Lombardia si aggiudica la poco felice palmares del numero di capi allevati (e dell’inquinamento che ne deriva, con un milione e mezzo di animali in 15mila aziende: cento capi di media per azienda!) seguita dal Veneto (826mila capi, 13mila aziende; 63,5 capi/azienda) e dal Piemonte (816mila capi, 13mila aziende; 62,8 capi/azienda). Altro dato saliente: nel Nord Italia si concentra il 70% del patrimonio bovino nazionale, con buona pace di chi ancora insiste nell’affermare che gli ormai superati limiti di nitrati nelle falde non sia dovuto proprio alla grande concertazione di animali, in specie presenti nella Pianura Padana.

 

2 giugno 2012