Gianni Fava: ”I prati stabili siano il traino per vendere tutto il Grana Padano” (anche quello dei mangimi)

Una selezione assai disomogenea quella del progetto “forme”, che propone da due anni e mezzo tanto il ”sacro” quanto il ”profano” della produzione casearia lombarda. Un’iniziativa che porta benefici a chi non vive di luce propria ma riflessa

Grande visibilità per il Grana Padano nel corso del fine settimana, sia a Bergamo, dove ancora una volta la manifestazione “Forme” lo ha accostato (assieme ad altri formaggi più o meno industriali quali Taleggio, Quartirolo, Gorgonzola e Branzi Ftb) alla leggenda dello Storico Ribelle (fu Bitto Storico) per evidenti fini promozionali, sia a Goito, nel mantovano, località in cui per due giorni si è celebrata una rarità padanista: il Grana Padano dei Prati Stabili [appena sei i caseifici presenti(*)], che assieme al Trentingrana e al Grana Padano della montagna piacentina rappresentano tre mosche bianche in un contesto produttivo in cui insilati e unifeed la fanno da padroni.

Intervenendo all’inaugurazione della manifestazione goitese, l’assessore all’agricoltura della Regione Lombardia ha sottolineato che «il futuro del cibo è sempre più legato alla sua identità e al legame che ha con il territorio. Questo vale anche per i grandi formaggi e la Fiera del Grana Padano dei prati stabili, in programma da oggi a domenica, è uno strumento in grado di promuovere un grande prodotto, che ha un specificità e un legame definito con il luogo di produzione».

Usare il Grana Padano dei prati stabili per promuovere tutto il Grana. Anche quello degli insilati e dell’unifeed. È questa la proposta dell’assessore agricolo lombardo Gianni Fava. E con i consumatori come la mettiamo?

«Il sostegno di Regione Lombardia», ha aggiunto Fava, «non è mai mancato e oggi credo che questo territorio faccia bene a studiare la modalità di partecipazione ai PIA, i Piani Integrati d’Area, che consentono di promuovere un’area e le sue produzioni agroalimentari nel suo complesso. I PIA sono uno strumento nuovo, che consentono di intercettare nuove risorse, anche per finanziare la promozione e la comunicazione».

Usare il Grana Padano dei prati stabili per promuovere tutto il Grana. Anche quello degli insilati e dell’unifeed. È questa la proposta dell’assessore agricolo lombardo Gianni Fava. E con i consumatori come la mettiamo?

All’inaugurazione, avvenuta nella Sala Consiliare del Comune di Goito, erano presenti i rappresentanti dei Comuni di Goito, Marmirolo, Roverbella e Volta Mantovana, in cui sono compresi i prati stabili del padano, e in cui purtroppo la zootecnia è ancora largamente intensiva (vacche in stalla, alimentazione non solo a base di fieno).

«Se la nicchia dei prati stabili può essere quella dei prati stabili», si legge testualmente sul sito web dell’assessore lombardo, «credo che ne potrebbe beneficiare tutto il comparto. Dobbiamo trasmettere valori positivi al consumatore, per ottenere effetto trascinamento sulla filiera e sul territorio nel suo complesso».

Un’affermazione quest’ultima da rigettare con fermezza in quanto oggettivamente grave, dal momento che la gran parte del Grana Padano è prodotto alimentando le vacche ad insilati di mais e unifeed, quindi con mangimi e non con fieni locali.

23 ottobre 2017

(*) Latteria San Pietro, Caseificio Sociale San Donato di Castellucchio, Latteria Sociale Mantova, Latteria Agricola Marmirolo, Latteria Goitese, Latteria Sociale di Roverbella