Il neolitico in Italia: una rivoluzione all’insegna delle mille culture agropastrali

 

 Ceramica impressa, V secolo a.C., dagli scavi di La Sarsa, Valencia (Spagna) - foto Locutus Borg - Creative CommonsNella nostra penisola il cosiddetto processo di neolitizzazione si svolse all’insegna della varietà culturale e della complessità di sviluppo. Un processo che già in tempi preistorici prefigurava quel che sarebbe poi divenuto il Paese dei mille campanili e – chissà! – forse di altrettanti e più formaggi, sino ad oggi sopravvissuti in parte (se ne contano oltre quattrocento), fortunosamente e fortunatamente, all’assalto omogeneizzante dell’era post-fordista (l’attuale, insomma).

 

Complessità di sviluppo, si diceva: e già, perché le numerose tracce lasciate dai primi allevatori-coltivatori sul suolo italico definiscono trame assai complicate, riconducibili ad almeno tre modalità di diffusione del nuovo stile di vita agricolo-pastorale. Accanto a un processo di colonizzazione marittima (il più antico), se ne può infatti distinguere un altro di origine continentale nell’Italia peninsulare, mentre ancora più complessa si configura la situazione per l’area padana e per il versante meridionale delle Alpi; qui agirono e interagirono stimoli molteplici, quali la diffusione di idee e di manufatti provenienti da regioni già neolitizzate, l’acculturazione dei gruppi mesolitici (ovvero dell’età della pietra di mezzo) indigeni e lo sviluppo di tradizioni mesolitiche precedenti.

 

 Espansione neolitica in Europa - autore della mappa: Cthuljew - Creative CommonsLa rivoluzione neolitica(*) fu portata nelle regioni mediterranee, tra la fine del VII e il VI millennio a.C., dalla cultura detta della “Ceramica Impressa”; l’“onda di avanzamento”, partendo dall’Anatolia e dall’Egeo, lambì dapprima le due sponde dell’Adriatico e investì quindi l’Italia meridionale, la Sicilia e la Sardegna, per raggiungere infine la Liguria e di qui propagarsi lungo le coste, fino alla penisola iberica e all’Africa settentrionale. Ma cerchiamo di seguire più da vicino le orme delle capre e delle pecore, ormai domestiche, che ignoti pastori migranti avevano portato sulle sponde dell’Adriatico.

 

Le prime ad essere investite dalla cultura della Ceramica Impressa furono le coste della Puglia, lungo le quali fiorirono, numerose, le comunità agricolo-pastorali: tra Bari e Brindisi, lungo il golfo di Taranto e poi anche all’interno, verso il Tavoliere foggiano. L’economia dei villaggi neolitici pugliesi si basava sull’allevamento – soprattutto di capre e di pecore, ma anche di bovini – e sulla coltivazione di cereali e di legumi, integrati dalla caccia. Piante e animali addomesticati erano di chiara origine vicino-orientale. Quasi tutta l’Italia meridionale, dalla Basilicata  alla Calabria settentrionale fino alla Campania, risentì del neolitico pugliese. Un po’ più tardi, verso il 5.800-5.700 a.C., la Ceramica Impressa fece la sua comparsa nella Liguria occidentale, dalla quale irradiò il suo influsso verso l’area padano-alpina occidentale.

 

Nell’Italia centrale e settentrionale la rivoluzione neolitica arrivò con molto ritardo rispetto al Meridione e spesso vide diffondersi più la pastorizia che l’agricoltura, a seconda della configurazione dei territori. Nel Nord, in particolare, al processo di neolitizzazione contribuirono influssi culturali provenienti da più aree: la costiero-adriatica, la balcanica  e la nordalpina, che coniugandosi con la grande varietà di condizioni ambientali dettero origine a numerose entità culturali, le quali si svilupparono pressoché contemporaneamente.

 

Rendere conto di tutte le culture neolitiche che gli studiosi hanno localizzato nel nostro Paese ci costringerebbe a un lungo, e probabilmente arido, elenco. Ma anche solo il percorso accidentato e multiforme che caratterizzò il nostro neolitico dice molto sul melting pot che da sempre è l’Italia.

 

Nadia Butini

 

 

(*)  termine coniato dall'archeologo australiano Vere Gordon Childe

 
Bibliografia

Guidi, M. Piperno, “Italia preistorica”, Laterza, Roma-Bari 1992, cap. IX-XI

Cazzella (e altri), “Paletnologia”, Nuova Italia Scientifica, Roma 1984

Ranuccio Banchi Bandinelli e Mario Torelli, ''L'arte dell'antichità classica, Etruria-Roma'', Utet, Torino 1976

 

Approfondimenti web
Enciclopedia Treccani  / Neolitico