Trenta vacche di razza autoctona Rendena, provenienti dal Trentino e giunte nei giorni scorsi nella Bosnia orientale, verranno consegnate con l'anno nuovo e dopo il canonico periodo di quarantena sanitaria, ai legittimi destinatari, nell'ambito del progetto umanitario "La transumanza della pace", avviato nel 2010 su iniziativa dell'agronomo Gianni Rigoni Stern, reso possibile dai finanziamenti erogati dalla Provincia Autonoma di Trento e sostenuto dalla documentarista Roberta Biagiarelli.
Il progetto, teso a sostenere la ripresa economica di quei territori, martoriati dalle guerre balcaniche degli anni '90, vede gli animali destinati ad alcune delle vedove del conflitto e ad alcuni giovani che hanno già avviato delle prime piccole attività locali di commercio e trasformazione. L'obiettivo dichiarato è quello di consolidare un'economia di sussistenza che faccia in futuro da volàno ad una vera e propria ripresa sociale ed economica del Paese, ad iniziare dalla zona di Suceska-Srebrenica, in cui le donazioni sono effettuate.
Le particolari condizioni locali – in cui la zootecnia da latte non è ancora né organizzata né realmente specializzata – e il clima assai simile a quello del Trentino hanno fatto sì che la prima fase del progetto (cinquanta vacche due anni fa e trenta l'anno scorso) si completasse con dei buoni risultati, a differenza di analoghi progetti tentati in precedenza dalla Germania con vacche Holstein selezionate, non adatte a quei territori e in specie ad un tipo di allevamento non del tutto organizzato. Di contro il successo di questo progetto trentino sta in larga parte nella scelta di capi di razza rustica, in grado di sopportare bene tanto i climi rigidi invernali quanto i frangenti più afosi dell'estate e il pascolamento in territori a volte aspri e impegnativi.
A beneficiare dell'iniziativa è la comunità residente sull’altopiano di Suceska-Srebrenica formata da persone tornate lì a vivere negli ultimi dieci anni, dopo la tragica diaspora degli eventi bellici (Guerra dei Balcani, 1992-1995). La consegna del bestiame è stata graduale e tutt'altro che casuale: dopo i vari sopralluoghi compiuti personalmente da Rigoni Stern, fondamentali per la raccolta delle necessarie informazioni, è stato stilato un censimento dell’area e un piano operativo, è stata compiuta la necessaria formazione tecnica per trasferire alla popolazione l’esperienza e le tecniche di base per la coltivazione e l'allevamento e per colmare il vuoto di conoscenza perduto assieme ad un’intera generazione spazzata via dalla guerra.
L'iniziativa ha registrato una grande partecipazione da parte della popolazione locale, con cinquanta tra uomini e donne che hanno seguito i corsi con partecipazione e spirito di sacrificio (alcuni, provenendo dalle campagne hanno fatto anche un’ora di strada a piedi per partecipare alle lezioni), anche perché la condizione posta per ricevere in dono una vacca era proprio quella di partecipare all'intero corso.
E così, dopo i primi invii, di animali già in lattazione, si è arrivati a questa nuova esperienza, con capi in gestazione, mentre per il futuro si prevede la fornitura di seme selezionato al miglioramento genetico della razza.
Certo, la strada è assai ripida per la comunità rurale di Suceska: l'assenza decennale di pascolamento ha portato i boschi a riconquistare i prati-pascolo, e una felce particolarmente infestante e resistente ne compromette ora l'uso, se non previa bonifica. Servono macchine per sfalciare e debellare la felce, e far tornare le vacche al pascolo. Servono trattori, anche vecchi e usati. E donazioni per costruire concimaie. Le offerte di aiuto vengono raccolte dalla compagnia Babelia di Roberta Biagiarelli, a cui potete scrivere cliccando qui per ogni informazione.
22 dicembre 2012