Il rito della vera transumanza si ripete, sulle ”vie della lana”

Carmelina, la pastora della famiglia Colantuono di Frosolone, che ancora pratica, con successo, l'antico rito della transumanza tra il Molise e la Puglia (foto Colantuono)Ancora una volta sono partiti, a piedi e coi cavalli, assieme ai loro trecentocinquanta bovini di razza Podolica. Ancora una volta come accade da sempre, lungo il tracciato che congiunge i grandi tratturi che da L’Aquila portano a Foggia, da Celano a Foggia, da Centocelle a Cortile, da Lucera a Castel di Sangro. Centottanta chilometri come una volta, per i Colantuono di Frosolone, in provincia di Isernia, indispensabili a conservare un rito magico che sta alla base di una cultura identitaria forte, tenace, profondamente radicata nei propri protagonisti, nonostante i mille fattori esterni che la insidiano, dalla scarsa sensibilità (per usare un eufemismo) di alcuni "uomini dei nostri tempi" alle sovrapposizioni del sistema viario "veloce" (strade, superstrade, svincoli) che in varie località ha interrotto i tracciati (a volte larghi anche cento metri, altre volte difficili da individuare), complicando il trasferimento di questa affascinantissima carovana. 

Una delle immagini della transumanza dei Colantuono, tratta dal video presente sul sito web Vimeo e raggiungibile attraverso il link a fondo paginaLa transumanza di questa grande famiglia molisana di pastori e di casari è pressoché l'ultima autentica che ci sia rimasta, in un "mercato delle transumanze" che vede ormai varie attività utilizzare impropriamente il termine al fine poi di organizzare passeggiate (che solo a volte toccano davvero i tratturi, per ripercorrerne i fasti ma senza stimolare un recupero reale della pratica pastorale), aggiungendo ora una mostra, ora un convegno o qualche altro evento, per lo più fini a sé stessi.

Una delle immagini della transumanza dei Colantuono, tratta dal video presente sul sito web Vimeo e raggiungibile attraverso il link a fondo paginaPartiti mercoledì scorso, 22 maggio, e lasciatisi alle spalle i pascoli di San Marco in Lamis (nel foggiano), che in questo periodo iniziano a ingiallire, i Colantuono si sono incamminati per quattro giorni verso le ventose cime dell'entroterra molisano attraverso le tappe notturne di San Paolo Civitate, Santa Croce di Magliano e Ripalimosani, offrendo, secondo tradizione, i propri prodotti all’abbazia di San Matteo Benedizione e attraversando poi i territori di quattordici comuni [Serracapriola (FG) e Bonefro, San Giuliano di Puglia, Sant'Elia a Pianisi, Ripabottoni, Monacilioni, Campolieto, Matrice, Campobasso, Ripalimosani, Santo Stefano, Costropignano, Torella del Sannio e Molise (CB)], per poi giungere finalmente a Frosolone, dove, sui pascoli della “Montagnola” mandrie e mandriani sosteranno durante l'estate, per poi far rientro, in direzione opposta e sullo stesso tragitto, prima dell'approssimarsi dell'inverno.

Anche quest'anno, come nelle edizioni precedenti, la grande Transumanza d’Italia, finalmente sostenuta e promossa dall’Agenzia di Sviluppo Rurale Moligal di Campobasso, ha visto impegnate trenta persone a vigilare sulla mandria nelle soste e durante gli spostamenti, coadiuvate anche dalle forze dell’ordine negli attraversamenti delle strade rotabili. A loro, come in ogni occasione del genere, si sono aggiunti tanti cavalieri "ospiti", amanti del trekking e anche delle scolaresche. Queste sono state coinvolte nelle antiche ritualità presso le congiunzioni dei grandi tratturi attraversati.  
 
La candidatura a Bene Immateriale dell'Umanità
Infine, l'occasione è buona per ricordare l'importante partenariato transnazionale d’Europa che finalmente è stato costituito tra le regioni Molise, Abruzzo, Puglia, Campania e Basilicata per l’Italia  e da altre regioni di Spagna, Francia, Portogallo, Grecia e Svezia; il progetto è quello di condividere l’ambizioso obiettivo di una candidatura delle Vie e della Civiltà della Transumanza tra i Beni Materiali e Immateriali dell'Umanità da annettere al patrimonio Unesco. Il progetto, di cui è capofila l’A.Svi.R Moligal, è quello di valorizzare e rivitalizzare le aree montane e rurali su cui insistono i tratturi e le vie verdi d’Europa, coinvolgendo non solo le “autostrade” del passato, le grandi vie di collegamento, i percorsi commerciali, culturali, militari e religiosi da riscoprire e promuovere, ma anche le utili risorse e le competenze per uno sviluppo sostenibile del territorio, alternativo rispetto ad altri più diffusi ed invasivi modelli di crescita. In tale ambito, tra le prime operazioni che verranno attuate, c'è proprio – e finalmente – il rilievo del progetto “Vie e Civiltà della Transumanza Patrimonio dell’Umanità”.
 
Per approfondire:
 
Per visionare il trailer del video sui Colantuono, da cui sono tratte la seconda e la terza immagine dall'alto:
 
26 maggio 2013