Life Arctos sta con i pastori. Parola di Nunzio Marcelli

Gregorio Rotolo, pastore di Scanno, ripreso in un video del progetto Life Arctos"Dalle Alpi all’Appennino, la protezione dell’orso bruno non può e non deve prescindere dal coinvolgimento della pastorizia e delle attività tradizionali che nei territori di montagna garantiscono la sopravvivenza della fauna selvatica. E questo anche a costo di una difficile convivenza". Sono anni che i pastori lo dicono e lo ripetono, ed oggi qualcosa pare si stia muovendo in direzione di una possibile convivenza, la cui possibilità è stata per anni esclusa, negata se non quando osteggiata dai fautori di un ambientalismo e di un animalismo che troppo spesso parlano per partito preso e per interessi di parte, senza quasi mai vedere i problemi nella loro complessità.

L'orso marsicano, grande protagonista, finalmente assieme ai pastori, del progetto Life ArctosUn cambiamento questo che riscuote la stima del mondo pastorale, attraverso le parole di Nunzio Marcelli, presidente dell'Arpo (Associazione Regionale Produttori Ovicaprini abruzzesi), pronto a cogliere nel programma “Life Arctos” quegli elementi d apertura e ricerca di una collaborazione mai visti prima da parte di chi vuole o meglio vorrebbe difendere l'orso.

 

In sostanza, mentre il progetto prosegue nel fare informazione alla popolazione e agli operatori, la parte operativa del programma prende corpo. Ed «è quella a segnare un vero spartiacque», assicura Marcelli, «rispetto al passato». Finalmente allevatori e pastori vedono  riconosciuto il loro ruolo con azioni concrete, come «il posizionamento di recinti a tutela del bestiame al pascolo, il ruolo delle attività agropastorali, che rappresentano da sempre il fronte grazie al quale questo territorio è sopravvissuto fino a noi con la sua ricchezza vegetale e animale».

 

Un riconoscimento che pastori e allevatori accolgono a braccia aperte, come un passo concreto verso l'abbandono del preponderante ambientalismo da salotto che ha imperversato e – ahinoi! – continua a trovare spazio nell'ignoranza e nei luoghi comuni, per «entrare invece», continua il pastore abruzzese, «nel vivo del nostro territorio, riconoscendone le caratteristiche storiche e il contributo essenziale che le attività tradizionali svolgono come vero e proprio presidio ambientale». 

 

Quanto sta avvenendo con il progetto Life Arctos è quindi «un gesto concreto nella direzione di abbandonare la logica di chi vuole trovare nei pascoli un approvvigionamento di risorse pubbliche, approfittando di una visione di tutela dell’ambiente ormai superata anche in ambito scientifico», dove i più approfonditi studi di università nazionali ed europee hanno dimostrato da tempo l’importanza del contributo delle attività agro-silvo-pastorali tradizionali per il mantenimento della biodiversità .

 

Finalmente con Life Arctos viene riconosciuto il ruolo delle attività antropiche nei territori marginali e con essa l’importanza di costruire un’alleanza con chi da sempre cura questi habitat, portando gli animali al pascolo, rispettando i cicli della natura, concimando e raccogliendone i frutti senza impoverirlo, ma anzi garantendone la conservazione da millenni. 

 

«Un passo avanti importante», prosegue Marcelli, «che va perseguito continuando nella direzione intrapresa da Life Arctos, che è quella di premiare chi con la propria attività quotidiana – e senza costi per la collettività – rappresenta un reale presidio sul territorio. Non l’ambientalismo da salotto che pretende di imporsi sulla testa e sul portafogli di cittadini e operatori». 

 

«Tutelare pecore, attività economiche, fauna e ambiente», conclude il presidente dell'Arpo, «senza costruire inutili e costosi apparati, mungendo le pecore ma non i contribuenti, con soluzioni semplici come i recinti: ecco la sfida di chi ha davvero a cuore questo territorio». Speriamo solo che il tanto ottimismo del pastore abruzzese non venga freddato dall'esuberante irriverenza dell'orso, che davanti ad un gregge, con un recinto di mezzo, potrebbe farsi grasse risate prima dell'ennesimo lauto pasto.

 

Per fortuna, oltre all'uso dei recinti l'intervento messo in atto da Life Arctos prevede l’utilizzo di rumori e luci e – finalmente – gli incruenti ma assai efficaci proiettili di gomma. È quanto emerso da un'incontro pubblico tenutosi giovedì scorso a Scanno, cittadina alle porte del Parco Nazionale d'Abruzzo in cui un'orsa in particolare, di nome Gemma, si avvicina sempre più alle abitazioni alla ricerca di cibo, incutendo panico negli abitanti per i concreti rischi per lo stesso uomo.

 

18 novembre 2013