Sei anni di battaglie o poco meno, e i pastori del Queso Roncal, aderenti all'organizzazione agricola Ehne, hanno vinto la loro guerra contro la globalizzazione, le lobby e la mistificazione industriale. La loro è una vicenda che sin dall'inizio (leggi qui) apparve tanto clamorosa quanto esemplare: il loro formaggio, ovino e a latte crudo, prodotto nell'omonima vallata, in Navarra, aveva rischiato di perdere la propria identità, legata alle pecore delle razze locali Lacha e Rasa. E questo a seguito della richiesta di alcuni caseifici locali, che nel 2009 erano riusciti a far ammettere nel disciplinare l'uso di latte di pecore Assaf, razza iperproduttiva e cosmopolita per eccellenza sino ad un 35% del totale.
Attraverso varie vicende e colpi di scena, gli ultimi dei quali si susseguirono nel corso del 2013 e furono da noi documentati (leggi qui e qui: intervenne persino il commissario europeo Dacian Cioloș, ammonendo il ministero agricolo spagnolo per aver accolto la richiesta), la vicenda conosce oggi il suo atto finale.
L'annullamento della modifica che aveva aggiunto la razza Assaf alle due razze locali da sempre utilizzate per questa produzione è arrivato lo scorso mercoledì, quando il Dipartimento di Sviluppo Rurale e Ambiente e l'Amministrazione del Governo di Navarra hanno presentato alla Commissione Europea il pieno consenso del nuovo Consiglio Regolatore della Denominazione di Origine Protetta Roncal, chiedendo la cancellazione della richiesta di modifica.
L'epilogo verso cui la vicenda si avvia (l'accoglimento della Corte di giustizia Europea appare una mera formalità) è destinato a creare un interessante precedente nella legislazione in ambito agricolo, sancendo il diritto dei soggetti produttori di opporsi nell'ambito europeo quando non soddisfatti dell'esito della risposta ottenuta nel proprio Paese.
15 settembre 2014