Una nuova pagina sulle origini della pastorizia potrebbe presto essere scritta, grazie agli studi che due gruppi di ricerca delle università di Udine e di York – condotti rispettivamente dal professor Fabio Cavulli e dal dottor Francesco Carrer – stanno conducendo sulle Alpi bellunesi. I lavori, che impegnano gli studiosi da alcuni anni, hanno portato nei giorni scorsi a risultati di qualche sostanza, in località Busa delle Vette, a 1.900 metri di altitudine.
Chi conosca quegli alpeggi avrà di certo presenti i cosiddetti "recinti pastorali" – perimetri di pietre di forma circolare – che caratterizzano uno degli scenari paesaggistici più belli del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Perimetri che ricordano da vicino altre formazioni non casuali – evidentemente opera dell'uomo – di cui poco si sa, per ora, e che sono presenti in diversi altri luoghi in cui transumanza e pascolamento estivo sono praticati sin da tempi remoti, in altre province e regioni.
L'aspettativa concreta è che proprio grazie alle nuove acquisizioni compiute in questi scavi si possa presto riuscire a saperne di più sulla presenza dell'uomo sull'arco alpino, sulla domesticazione degli animali "da reddito", sulle pratiche di vita e sulla conduzione del pascolo stesso a queste quote.
Nel sito in cui gli archeologi sono impegnati, attraverso carotature e sondaggi accurati, sono stati sinora raccolti reperti definiti "di grande interesse scientifico": dai frammenti di vasellame alle selci lavorate, dai resti di animali ai frammenti di carbone, fondamentali per poter datare con precisione l'epoca di frequentazione del sito. Per mettere a fuoco l'attività di ricerca in corso sarà utile leggere lo studio preliminare di Piergiorgio Cesco Frare e Gabriele Fogliata, dedicato a queste strutture presenti sulle montagne bellunesi, e pubblicato nel 2012 dalla rivista scientifica "Frammenti" (leggi qui in rete oppure scarica qui, Pdf 21,7Mb: tutt'altro che leggero, ma mooolto interessante!) con lo scopo dichiarato di "fornire un punto di partenza per future ricerche sul campo".
Grazie ora al finanziamento del Parco, al contributo scientifico e tecnico delle Università coinvolte, che conducono gli scavi sul campo su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, ma grazie anche al lavoro volontario e appassionato dei soci del gruppo Arca di Agordo e all'indispensabile supporto logistico del Corpo Forestale dello Stato, è stato avviato uno scavo nel recinto pastorale in pietra che si trova ai piedi del monte Pavionet, nelle Vette Feltrine.
Pur mantenendo il comprensibile riserbo sulle possibili chiavi di lettura che emergeranno a seguito delle analisi di laboratorio, gli archeologi hanno lasciato trapelare l'ottimismo e la soddisfazione che preludono alle scoperte di qualche rilievo, certi già come sembrano essere che la pastorizia d'alta quota abbia avuto origine in età assai remote.
22 settembre 2014