Bella Mira va in Rai e promuove la Valle del Sagittario

10 luglio 2009 – La pecora nera della Valle del Sagittario è sbarcata oggi negli studi Rai di Saxa Rubra, a Roma, ospite d’onore della trasmissione “Cominciamo Bene Estate”. Accompagnato dal pastore Nunzio Marcelli, l’animale ha letteralmente monopolizzando l’attenzione dello studio e dei telespettatori per un buon quarto d’ora.

L’intervento ha consentito all’ideatore del progetto “Adotta una pecora” (Nunzio Marcelli, appunto) e al suo ex professore universitario Corrado Barberis,  direttore dell’Insor (Istituto Nazionale di Sociologia Rurale) e grande esperto di produzioni agricole tradizionali e della più autentica enogastronomia d’Italia, di illustrare le produzioni e le tradizioni della Valle del Sagittario, in provincia delL’Aquila, assieme a Michele Mirabella, che oltre a condurre la trasmissione è professore universitario di Sociologia della comunicazione.

Il professor Barberis ha sottolineato la capacità di innovamento che queste produzioni tradizionali hanno e la dote – più unica che rara – di essere il vero simbolo di un’area geografica, in grado di arrivare fino all’anno Tremila e di rappresentare la vera “arca” della sapienza territoriale, che unisce il rispetto per le modalità di allevamento millenarie a tecniche innovative di conservazione come l’affumicatura al ginepro.

Ma la vera protagonista è rimasta lei, la pecora nera che Michele Mirabella ha “adottato” in diretta, esibendo orgoglioso il certificato di adozione e la carta di identità. Del resto non avrebbe potuto sottrarsi, visto che la pecorella era già stata prontamente ribattezzata “Bella Mira”.

Oltre alla presentazione dei migliori prodotti della tradizione casearia e dei salumi della Valle del Sagittario, la trasmissione ha anche ricordato il programma di cooperazione internazionale tra pastori abruzzesi e pastori afghani kuchi, nato per portare le millenarie conoscenze in tema di lavorazione del formaggio alle popolazioni nomadi degli altopiani dell’Hindu Kush. Un altro esempio di quanta strada fanno i pastori nel mondo, e di quanto la cultura agropastorale sia elemento fondante della nostra storia.