Nasce il “Premio Caino” per chi danneggia la pastorizia

Caino e Abele in un’opera su tela (1542-1544) del Tiziano conservata presso la Basilica di Santa Maria della Salute, a Venezia

5 agosto 2009 – La cinquantesima edizione della “Rassegna degli ovini”, che si chiude oggi a Campo Imperatore, patrocinata da enti e istituzioni (quelli che della pastorizia si ricordano nelle “grandi occasioni”), è stata caratterizzata ieri dal polemico e sacrosanto intervento di Nunzio Marcelli, presidente dell’Arpo (Associazione Regionale Produttori Ovicaprini d’Abruzzo) sulle prospettive della pastorizia.

«Innanzitutto», ha esordito Marcelli, «chiederemo di cambiare nome a questa manifestazione, perché non ci rassegneremo mai – nonostante lavorare in questo settore sia sempre più difficile – alla messa in liquidazione del nostro mondo. I piccoli produttori tradizionali, che hanno a cuore la bontà dei prodotti e la qualità del territorio hanno visto chiudere il 90% per cento delle loro aziende, con una perdita in termini di economia e occupazione, ma anche di biodiversità, territorio, produzioni tradizionali che tutto il mondo ci invidia».

Ma il presidente dell’Arpo stavolta non si limita a giocarsela sulla dialettica, e proprio in occasione del cinquantenario della rassegna annuncia la nascita del “Premio Caino”, con cui d’ora in avanti, annualmente, i pastori superstiti sottolineeranno pubblicamente quanti – enti, istituzioni  e personaggi – si saranno distinti nel danneggiare questo settore e contribuire alla sua scomparsa. «Il premio», incalza Marcelli, «è intitolato a Caino, il personaggio biblico che ben rappresenta la più drammatica ostilità nei confronti della pastorizia, e comprenderà diverse sezioni, tanto per non dimenticare nessuno: le istituzioni e le amministrazioni pubbliche, coi loro funzionari e dirigenti, i responsabili politici ai diversi livelli, le organizzazioni sindacali e di categoria, le associazioni più o meno ambientaliste o dichiarantesi tali, e anche gli imprenditori privati».

La giuria sarà composta da rappresentanti dei pastori e tecnici del settore, da giornalisti, da gastronomi impegnati nel settore della promozione dei prodotti tradizionali del territorio, da studiosi di sociologia rurale e da altre personalità del mondo accademico riconosciute a livello internazionale. Diversi anche gli elementi di valutazione, che andranno dalla scomparsa della rete tratturale, monumento di storia economica e di valorizzazione ambientale e turistica del territorio, alle paradossali delibere ed atti amministrativi delle istituzioni, ai costi di affitto di terreni e pascoli, ai verbali e sanzioni comminate alle attività pastorali, fino all’appropriazione indebita del nome e delle caratteristiche dei prodotti della pastorizia abruzzese, utilizzati senza scrupoli e sottratti alla loro effettiva provenienza.

Il vincitore si vedrà assegnato un attestato ufficiale nel quale risulterà, oltre alla qualifica di “Caino”, anche la quantità di territorio che a sua causa sarà definitivamente sottratto all’attività di pastorizia e quindi soggetto a maggiori rischi d’incendio e idrogeologici. «Abbiamo una responsabilità nei confronti delle generazioni future», conclude Marcelli, «ed è giusto che chi contribuisce a distruggere quanto ha ricevuto da millenni di attività pastorali su questo territorio abbia una faccia, un nome e un cognome, che ne resti traccia, e che si assuma le sue responsabilità».

Una promessa che pare stia giù guastando il sonno ad alcuni tra i presenti alla rassegna, visto che quelli dell’Arpo stanno già raccogliendo tra gli interessati le prime segnalazioni che porteranno alle “nomination” per la prima edizione del “Premio Caino”.

L’iniziativa avrà, come contraltare una sezione più ambita, che i pastori intendono dedicare a chi si sarà speso per il sostegno alla pastorizia tradizionale, e che dovrebbe essere dedicata al biblico pastore Abele. Essa segnalerà, anno dopo anno, le azioni e gli interventi a favore della continuità dei prodotti pastorali tradizionali e per il riconoscimento del ruolo agro-ambientale di questa attività.