È israeliano il pastorizzatore portatile destinato ai beduini

Funziona a energia rinnovabile il nuovo pastorizzatore portatile SaharUn laureando designer israeliano, tale Feidman Reshef, ha presentato all'accademia presso cui è iscritto, la Bezalel Academy of Art and Design di Gerusalemme, un proprio progetto innovativo riguardante un dispositivo in grado di pastorizzare il latte utilizzando la sola energia rinnovabile. L'apparecchiatura, che è stata pensata per i pastori nomadi, vuole offrire alle comunità beduine l'opportunità di ridurre drasticamente i rischi legati alle lavorazioni a latte crudo, che per quanto riguarda i formaggi freschi (stagionature inferiori ai sessanta giorni) possono implicare rischi sanitari per i consumatori.

Nel presentare il progetto è stato sottolineato che la pastorizzazione si rende particolarmente utile per eliminare la febbre mediterranea, altrimenti detta brucellosi, malattia in grado di causare gravi disabilità, aborti spontanei e persino la morte. Trasmessa dagli animali all’uomo proprio attraverso il latte, la brucellosi colpisce ogni anno centinaia di migliaia di persone nel mondo. In Israele sono migliaia le vittime di questa zoonosi, in gran parte appartenenti alle comunità popolazioni beduine.

Il Sahar all'opera in una tenda di allevatori di capre beduini Il progetto di laurea di Feidman Reshef, denominato “Sahar“ ruota attorno ad una particolare attrezzatura in grado di pastorizzare il latte sfruttando la tecnologia UV. Lo strumento, che funziona grazie ad una batteria solare ricaricabile da 12 volts, è stato progettato sotto la tutela del professor Ezri Taraziof che, nel commentare il risultato, ha sottolineato come in questo apparato «il design coniughi la tecnologia con l’arte. Questo perché con la sua foggia il Sahar rievoca i tradizionali vasi in terracotta e argilla, ancora utilizzati dalla popolazione beduina.

3 ottobre 2016

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