La Sardegna è flagellata dalla siccità come non accadeva da diversi anni. Stando alla cronaca locale, per ritrovare una condizione così critica negli annali meteorologici dell'isola bisogna risalire almeno sino al 2000 e al 1998: allora come adesso, ad un inverno di scarsissime precipitazioni, fece seguito una primavera particolarmente siccitosa, e gravi e prevedibili problemi che attanagliarono il mondo produttivo, nelle campagne.
A pagare le conseguenze maggiori di questa situazione sono, oggi come allora, il mondo agricolo e quello degli allevatori, che vedono compromesse le coltivazioni – dai cereali ai carciofi all'erba medica, solo per citarne alcune – e gli allevamenti, con pochissima acqua, pascoli già bruciati e scarsa disponibilità di foraggio. Per di più, in vaste aree dell'isola, le gelate notturne primaverili, con escursioni termiche rilevanti hanno contribuito a bruciare le colture e le prime infiorescenze arboree.
Non chiamatela emergenza – A leggere con attenzione le cronache di questi giorni, si fa un gran parlare di emergenza, tanto attraverso le interviste ad esponenti politici quanto nelle dichiarazioni dei rappresentati di associazioni di categoria. E quando non è l'intervistato di turno a scivolare sull'eccessiva semplificazione della vicenda, ci pensano i giornalisti, che troppo spesso abusano di un termine che – oltre che inappropriato – spesso è servito a scagionare molte amministrazioni dalle proprie responsabilità.
Vale a dire che, ogni qualvolta che un evento è previsto, oltre che prevedibile – e la siccità in Sardegna lo è eccome! – il buon giornalista dovrebbe mirare non all'impalpabile fato – in cui si disperdono le responsabilità di molti – per scavare piuttosto nelle ragioni di una criticità e in ciò che si sarebbe potuto e dovuto fare per evitarla.
In quest'ottica, oggettivamente e opportunamente critica, e totalmente condivisibile, va la presa di posizione del Comitato spontaneo "Salviamo l'Agricoltura Sarda dalla Sete", che ha lanciato nei giorni scorsi l'omonima petizione che rifiuta una lettura della vicenda in chiave emergenziale. Interpellati dalla nostra Redazione, i responsabili del comitato hanno sottolineato quanto ora sia "importante garantire degli aiuti immediati sotto forma di scorte alimentari e acqua per il bestiame, non dei rimborsi finanziari in un futuro non ben definito nel tempo".
La nostra Redazione, convergendo pienamente sulle tesi avanzate dal comitato, ha deciso di rilanciare ai propri lettori il testo della petizione, qui di seguito, e di pubblicarla sulla piattaforma Change.org, dove da questa mattina si stanno raccogliendo le firme che si integreranno a quelle raccolte localmente dai pastori e dagli agricoltori sardi.
"Salviamo l'Agricoltura Sarda dalla Sete" – il testo della petizione
"L'acqua è per l'agricoltura una risorsa indispensabile per assicurare non solo quantità ma soprattutto qualità delle produzioni, due elementi essenziali per rispettare gli impegni assunti con gli altri operatori delle filiere.
Non è possibile intervenire, come in passato, quando la situazione è disperata; abbiamo i mezzi, gli uomini e le competenze per prevenire e limitare i danni della siccità ma per far questo è indispensabile agire in anticipo predisponendo un progetto che oltre a ristorare i danni economici porti a coordinare uomini, mezzi per dare anche un apporto logistico e fattivo a tutte le imprese del settore per limitare i costi diretti e indiretti della calamità.
Adesso occorre affrontare i problemi contingenti con la richiesta dello stato di calamità naturale e con un impegno straordinario delle istituzioni per avviare tutte le procedure di sostegno alle aziende colpite dalla siccità.
Per questi motivi CHIEDIAMO
• il RICONOSCIMENTO immediato dello stato di CALAMITÀ;
• l’ISTITUZIONE di un TAVOLO TECNICO INTERASSESSORIALE, coordinato dal presidente della regione a cui partecipano anche i rappresentanti degli enti locali e delle organizzazioni professionali;
• un IMMEDIATO intervento istituzionale per L’ACQUISTO DI SCORTE ALIMENTARI per il BESTIAME;
• la GARANZIA di avere, per tutta la durata della siccità, ACQUA presso le aziende agrarie PER poter abbeverare IL BESTIAME;
• il CONGELAMENTO per almeno sei mesi delle RATE INPS (contributi previdenziali) E dei MUTUI AGRARI;
• l’apertura di un confronto serrato con AGEA per GARANTIRE L’IMMEDIATO PAGAMENTO di tutti i PREMI PAC e PSR.
Ormai i cambiamenti climatici producono dei fenomeni che alcuni anni fa erano considerati eccezionali, e sappiamo che riaccadrà sempre più frequentemente per questo è improcrastinabile una strategia sia per le emergenze, che sempre più spesso si ripetono, che per una prospettiva di programmazione di medio e lungo termine. Su queste basi sollecitiamo la Regione Sardegna a una seria politica di settore con la definizione di un progetto pluriennale che affronti definitivamente questa “nuova” problematica, superando definitivamente il ricorso allo stato di emergenza, affinché si possa assicurare a tutti i produttori agricoli, in ogni ambito territoriale della regione, la disponibilità di acqua necessaria per gli allevamenti e per le coltivazioni.
Non possiamo sperare nelle piogge ma riteniamo necessarie a lungo termine, per i motivi su esposti, misure strutturali per migliorare l’efficienza nell’utilizzo delle risorse idriche, in maniera particolare in agricoltura” avviando una seria e reale politica di settore basata sulla modernizzazione delle infrastrutture attraverso forti investimenti e azioni per:
• la costruzione, se necessario, di nuovi invasi per le scorte necessarie ai periodi di carenza pluviale;
• potenziare l’utilizzo e riutilizzo delle acque reflue dei depuratori e la loro canalizzazione per uso agricolo (il consumo idrico è stimato in agricoltura in circa il 70% del totale);
• la disposizione di forti agevolazioni per il risparmio energetico da fonti alternative quali i tetti fotovoltaici per diminuire i carichi nelle centrali tradizionali a caduta idrica (“acqua a perdere”);
• incremento delle incentivazioni per la realizzazione di impianti di irrigazione a goccia (o a risparmio idrico) in agricoltura;
Fai sentire la tua voce.
Per ridare DIGNITÀ al SETTORE PRIMARIO.
FIRMA anche TU!
Se sei arrivato a leggere sin qui, probabilmente sei sensibile alle critiche condizioni in cui sta versando il mondo rurale sardo, già colpito nei mesi scorsi dal perdurante crollo del prezzo del latte ovino. Se così è, ti invitiamo a cliccare qui e a firmare la petizione, invitando altri amici, parenti e conoscenti a farlo. Grazie anticipate a chi lo farà.
La Redazione di Qualeformaggio
22 maggio 2017