C’è la pastorizia al centro della nuova strategia per le aree interne

    Si è tenuto lunedì e martedì scorsi ad Aliano, in provincia di Matera, il Forum 2017 della Snai, la Strategia Nazionale Aree Interne, riguardante 71 territori (presto diventeranno 72) che si stanno cimentando con la sperimentazione lanciata dal Governo Monti e adottata da tutti i Governi che si sono succeduti da allora

Tra i presenti, sono stati oltre mille gli amministratori locali e i Sindaci provenienti da ogni regione d'Italia, in rappresentanza di territori che da decenni registrano un costante calo demografico ma che comunque contano 2 milioni di abitanti lontani dai poli di erogazione di servizi primari, quali quelli sanitario, scolastico e dei collegamenti pubblici. Sindaci e amministratori fortemente interessati alle strategie in via di definizione – o già definite – e dai relativi interventi di ottimizzazione dei servizi e dello sviluppo locale.

Le 71 aree attualmente interessate dalla SnaiNel corso delle due giornate di lavoro – che hanno visto la partecipazione fra gli altri del ministro della coesione territoriale e del Mezzogiorno Claudio De Vincenti – amministratori locali, esperti, stakeholder e cittadini hanno messo a fuoco i temi oggetto delle strategie d’area disegnate dai territori: dall’analisi della domanda innovativa di accesso alla terra, alla valorizzazione del patrimonio naturale e culturale; dalla ripresa delle attività in agricoltura e di salvaguardia dei boschi, allo sviluppo del turismo sostenibile; dall’identificazione dei servizi eco-sistemici, alla prevenzione del rischio sismico; dallo sviluppo di nuove competenze dei giovani, al governo dei fenomeni immigratori nei territori interni; dalla valutazione dei risultati attesi degli interventi programmati, alla disamina dei primi concreti progetti già in attuazione in molti Comuni su scuole, mobilità o sul terreno dei servizi socio-sanitari.

Al centro della discussione della seconda sessione di lavoro è stato posto invece il tema dell’associazionismo comunale, condicio sine qua non per potere accedere a Snai e assunto come leva per rafforzare la qualità dei servizi offerti a cittadini e contribuire a preparare un contesto favorevole agli investimenti produttivi, nella logica di creare nuova occupazione ed invertire la tendenza allo spopolamento.

Tutti i Comuni appartenenti alle prime 25 aree pilota, attualmente in fase di chiusura del processo strategico o che lo hanno già chiuso, hanno realizzato concreti avanzamenti nei processi aggregativi di funzioni e servizi fondamentali. Anche le seconde aree selezionate dall’istruttoria pubblica sono in movimento e fanno registrare promettenti avanzamenti della cooperazione inter-istituzionale.

Le 71 aree attualmente interessate dalla SnaiLaddove poi il quadro normativo regionale – in attuazione della legge Delrio – è stato consolidato (ma è successo in poche regioni), la gestione associata viene realizzata con soluzioni innovative e molto interessanti.

Micaela Fanelli, sindaco di Riccia e coordinatrice della delegazione Anci al Comitato delle Regioni, oltre a presentare gli avanzamenti realizzati della strategia d’area del Fortore nel campo dei servizi per il benessere degli anziani, ha perorato la necessità di lavorare, partendo da Aliano, alla costruzione di un’Agenda europea sulle aree interne da declinare anche nella prospettiva della riforma delle politiche di coesione post 2020, il cui negoziato è in corso di svolgimento. Per queste ragioni formulerà una richiesta di parere alla competente commissione del Comitato delle Regioni, ribadendo che comunque nei prossimi mesi l’attenzione e la mobilitazione dell’Anci sul tema sarà assidua, sia nei confronti del governo italiano sia a livello europeo.

Il ruolo della pastorizia – All'interno del Forum ha operato un gruppo specifico dedicato alla Pastorizia, che ha saputo restituire a uno dei più antichi lavori dell'uomo la sua dignità e i suoi alti valori, sottolineando l'importanza strategica del pastore, delle greggi e delle mandrie per il mantenimento di un tessuto sociale e di un ecosistema che altrimenti saremmo destinati a perdere.

In molte aree interne e montane la pastorizia – basata sull’allevamento estensivo a pascolo brado di diverse specie – è l’unica attività economica in grado di mantenere una presenza produttiva su territori che hanno subìto rilevanti fenomeni di abbandono della Sau (Superficie Agricola Utilizzata), con una perdita di terreni agricoli che in 37 aree supera il -30% nel  trentennio tra il 1980 e il 2010 e in 15 casi è di il oltre il 50%.

In tali contesti, si rileva spesso un’importanza degli allevamenti zootecnici sul totale delle aziende agricole superiore alla media nazionale, unitamente ad una scarsa remuneratività  (presenza di aziende con una produzione standard in grado di remunerare almeno un addetto a tempo pieno inferiore alla media nazionale).

Nonostante ciò, gli esperti intervenuti sono stati concordi nell'affermare che la pastorizia può e deve assumere un ruolo centrale per le aree interne e montane, in chiave di gestione sostenibile del territorio, innovazione sociale e salvaguardia della biodiversità. Laddove troppo spesso le greggi sono state viste come un impaccio per lo sviluppo di questi territori – associandone l'idea ad un mondo arcaico da superare – oggi si sta riscoprendo la modernitá di questa antica pratica, capace di produrre alimenti e servizi di qualitá, e di contribuire a mantenere vivi territorio ed ecosistema.

Il rinnovato riconoscimento della centralità di pecore, capre e bovini per mantenere le aree montane popolate, biodiverse e produttive – e come volano di sviluppo locale – non è ancora accompagnato purtroppo da un quadro strategico e politico coerente. Così da decenni si assiste ad una diminuzione continua degli allevatori estensivi e dei pastori, con un serio problema di ricambio generazionale e di relativa desertificazione ecologica, economica e sociale dei pascoli.

Nelle aree tartassate dal terremoto, a rischio abbandono, minacciate da uno sviluppo tutto da dimostrare, incentrato sugli idrocarburi, nei territori assediati dalle speculazioni fondiarie, la presenza di greggi e mandrie rimane l’unico indicatore di uno sviluppo sostenibile per queste terre e queste comunità.

Quale strategia per il futuro – Per il potenziamento del settore in un ottica di sostenibilità economica, di innovazione sociale e di salvaguardia della biodiversità sono necessarie scelte strategiche esplicite che coinvolgano gli allevatori e gli altri operatori del settore come attori attivi dello sviluppo. Solo attraverso una strategia adeguata sarà possibile sperimentare soluzioni di governance che consentano di esprimere scelte strategiche chiare, se le istituzioni coinvolte decideranno, superando i localismi, di investire nella costruzione di nuove coalizioni inclusive e in grado di sostenere il cambiamento dei meccanismi di intervento consueti.

Ma non solo. Si pone infatti anche l’esigenza di migliorare i meccanismi di governance verticali (area, regione, comitato) per sfruttare appieno le potenzialità della strategia. Ad esempio non in tutte le aree sono resi disponibili dai programmi operativi gli strumenti attuativi indispensabili per la realizzazione di scelte strategiche che investano sulla pastorizia. E non sempre esiste una interlocuzione attiva tra i vari livelli di governo in grado di creare feedback che migliorino i meccanismi di gestione attualmente previsti.

In questa situazione emerge forte l’esigenza di lavorare sulla governance verticale per garantire alle aree la possibilità di attivare gli strumenti necessari alla realizzazione di questi interventi. Su tale aspetto attraverso la Snai andranno attivati i necessari feedback dall'area verso la regione, laddove opportuno con il supporto del Ctai (Comitato Tecnico Aree Interne).

Le aree del terremoto – Per le aree Snai colpite dal sisma emerge l'esigenza di  attivare feedback e sinergie dall'area verso gli altri livelli di governo, anche rispetto alla ricostruzione, con la finalità di creare sinergie tra l'intervento della strategia e la sua visione di futuro e l'intervento per la ricostruzione. In queste aree la sostenibilità economica della pastorizia è legata all'avvio di processi di diffusione di innovazioni tecniche e organizzative specifici (ad esempio, la gestione comune dei servizi e delle strutture) che consentano il raggiungimento di standard qualitativi e di prezzo molto elevati e contemplino il rafforzamento della cooperazione tra gli operatori locali.

Si tratta di processi che richiedono un forte accompagnamento e un sostanziale apporto in termini di conoscenza e formazione agli operatori del settore, e che chiamano in causa il ruolo dei centri di ricerca pubblici, dei formatori e dei veterinari. L'azione della Snai deve partire dai fabbisogni di accompagnamento e facilitazione a questi processi di introduzione di innovazioni tecniche – scelte tra quelle disponibili e coerenti con le vocazioni e le caratteristiche delle produzioni locali – per porre in campo un intervento organico mirato a supportare l'aggregazione dei produttori intorno a obiettivi concreti di qualità con aiuti per la cooperazione, gli investimenti, la creazione di servizi e di strutture comuni.

Nei contesti in cui la strategia interverrà sulla zootecnia diventeranno precondizione essenziali la messa in campo di progetti pilota, di azioni di animazione, di tutoraggio e di dimostrazione in azienda, accanto agli interventi formativi mirati rispetto agli specifici processi su cui la strategia intende puntare.

Su questi temi  nell’ambito del Comitato Tecnico Aree Interne, si è avviata una riflessione, con il prezioso apporto di interlocutori rilevanti a livello nazionale (Crea, Rete Nazionale per la Pastorizia e Izsum) e si sta già definendo un’azione pilota per la formazione a sostegno dell’innovazione, funzionalmente al settore della pastorizia.

Quale futuro – Intorno a questa iniziativa si cerca sin da ora di strutturare un ragionamento tecnico, ma anche e soprattutto politico e socio-culturale, dal momento che la sostenibilitá di questo settore potrá dipendere solo dalla attrattività che lo stesso saprà avere sulle generazioni future. I pilastri di questo aspetto dovranno essere la redditivitá dei prodotti e dei servizi (con necessità di interventi quindi mirati al miglioramento delle attuali politiche e delle fliere commerciali), ma anche l’immagine di questa pratica, per valorizzarne la sua professionalità, la sua multifunzionalitá ed il contributo alla sostenibilità che essa svolge all'interno della nostra società.

In prospettiva, quindi, la pastorizia sostenibile non sarà solo il risultato di un sistema di iniziative, aiuti e sovvenzioni, ma richiederà una coerenza strategica del più ampio quadro politico, con ricadute economiche, sociali e culturali, e l’impegno co-partecipato di tutti gli attori coinvolti ai vari livelli.

5 giugno 2017

Clicca qui per scaricare l'interessante brochure "Formazione, innovazione e zootecnia sostenibile / Forum Aree interne 2017" realizzato dal Crea (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l'analisi dell'Economia Agraria), da cui sono tratte le due tabelle riprodotte in questo articolo


Si ringrazia Luca Maria Battaglini, professore ordinario di Zootecnia Speciale presso l'Università degli Studi di Torino – DiSAFA (Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari), per le preziose informazioni forniteci.

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