L’Associazione Regionale Allevatori Ovicaprini d’Abruzzo (Arpo) ha inviato nei giorni scorsi una nota con la quale, oltre ad augurare buon lavoro al neo-assessore regionale alla Cultura Luigi De Fanis, chiede a quello e ai suoi colleghi Mauro Febbo (Agricoltura) e Mauro Di Dalmazio (Turismo e Sviluppo Sostenibile) un incontro congiunto al fine di prospettare all’amministrazione regionale una forma di collaborazione ad ampio spettro, che abbracci questioni culturali, turistiche, agrozootecniche e ambientali.
“Nel formulare al neo-assessore gli auguri di prassi per l’impegnativo ruolo che andrà a ricoprire”, afferma una nota dell’Arpo, “noi allevatori delle aree interne d’Abruzzo abbiamo richiesto un incontro congiunto con i tre assessori regionali per poter esporre le nostre ipotesi di lavoro per la creazione di nuova impresa e occupazione”.
“Le deleghe che il neo-assessore regionale riunisce in sé”, proseguono i pastori abruzzesi, “costituiscono un’ulteriore occasione per attuare iniziative che difendano e tutelino le nostre produzioni d’eccellenza, quali carni e formaggi, sfruttando la collaborazione con i servizi veterinari per assicurare un prodotto sicuro da un punto di vista alimentare, nell’interesse di consumatori e ambiente”. Una garanzia che le produzioni tradizionali hanno il privilegio di offrire sempre, ma che non è sufficientemente visibile al consumatore, a causa di pratiche commerciali poco corrette, come l’importazione di prodotti stranieri immessi nei canali distributivi senza sufficienti indicazioni per capirne l’origine reale (i capi d’importazione, una volta macellati in Italia, riportano sulle loro carni il timbro “IT”, spesso confuso da chi acquista come un marchio di origine).
“Nello stesso tempo”, fanno notare giustamente quelli dell’Arpo, “l’esercizio dell’allevamento tradizionale costituisce da sempre una risorsa concreta per la difesa del nostro ambiente e della sua biodiversità, e consente lo sviluppo di un turismo sostenibile nelle aree parco, in un territorio che da millenni è utilizzato come pascolo e proprio grazie ai pastori è giunto integro fino a noi”.
Per poter illustrare le loro proposte gli allevatori tradizionali dell’Arpo hanno richiesto un incontro congiunto, auspicando di poterlo ottenere quanto prima, nell’interesse del territorio e delle migliori tradizioni locali.
4 febbraio 2011