L’Mps cerca interlocutori nella politica. Ma esistono?

foto MPS - Movimento Pastori Sardi®«Il Movimento Pastori Sardi cerca la politica come interlocutrice perchè le scelte che dovranno essere fatte sono scelte politiche. Il MPS non fa politica, ma parla con la politica». In queste poche parole, tratte da un recente scambio di battute colte nel profilo Facebook del movimento, c’è la sintesi di una situazione che ormai pare essere giunta ad un epilogo: i pastori cercano un dialogo con la politica e la politica va in crisi. Un po’ cerca di evitare l’incontro, forse perché ha esaurito le promesse, o la credibilità, e un po’ mostra i muscoli. Per poi nascondere la mano e dire “non siamo stati noi a picchiarvi, in piazza”.

Dopo le aggressioni subite il 28 dicembre allo sbarco a Civitavecchia, dopo il “non sapevo” di Maroni su quell’episodio, dopo la disdetta dell’ultimora del ministro Galan all’appuntamento fissato per lunedì scorso al ministero, e non ancora riprogrammato, ecco che sono i pastori ora a farsi avanti di nuovo, esasperati dallo stato di abbandono in cui sono lasciati, loro, le loro famiglie, e la loro economia.

Le domande cominciano ad essere parecchie, e pesanti: perché le promesse dell’assessore Prato e del governatore Cappellacci sono svanite in palliativi e bolle di sapone? Perché un ministro disdice un appuntamento e non lo riconvoca per una nuova data? E poi, come fa un Ministro degli Interni a non sapere cosa fanno i suoi uomini e quanto picchiano gli inermi manifestanti di una manifestazione allora autorizzata? Da quando in qua gli agenti prenderebbero l’iniziativa di caricare manifestanti inermi? E chi avrebbe privato poi della vista da un occhio un pastore manifestante a Cagliari se non un lacrimogeno sparato ad altezza d’uomo?

Cosa aspettarsi ora, quindi, da una nuova manifestazione, annunciata ieri, che si dovrebbe tenere nei prossimi giorni in “continente”? Dalle voci trapelate si tratterebbe di un sit-in di protesta, o davanti alla Borsa di Milano o di fronte alla sede della Banca d’Italia a Roma. La trasferta sarebbe già organizzata, anche se tra gli allevatori regna il massimo riserbo, per non pregiudicare il fattore-sorpresa. Ma cosa c’è da attendersi, visto che la manifestazione non è autorizzata, dato che anche in quelle autorizzate le forze dell’ordine (o del disordine?) sono ricorse a metodi repressivi?

Di sicuro la disillusione per la politica locale si sta trasformando in una forte delusione per la politica centrale. E pensare che l’Mps si sta facendo promotore di un progetto transnazionale che vorrebbe portare le ragioni dei pastori del Mediterraneo direttamente a Bruxelles. Peccato che la politica di oggi abbia pochi argomenti credibili e, forse ormai, più nessuna risposta.

18 febbraio 2011

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