«Il ministro è dalla vostra parte; verrò da voi a luglio, dopo aver portato a casa dei risultati per il vostro settore». Con queste parole, in estrema sintesi, il ministro Saverio Romano ha salutato la delegazione di pastori dell’Mps (Movimento Pastori Sardi) convenuti a Roma mercoledì scorso per un sit-in davanti al ministero delle politiche agricole. La manifestazione, tesa a sollecitare i necessari interventi del governo per affrontare l’emergenza del comparto, ha sortito l’effetto di consentire un incontro col ministro, anche se dei cento convenuti in piazza appena cinque sono stati accolti da Romano.
«Alcune cose le possiamo affrontare con il Tfr», ha spiegato il numero uno dell’agricoltura, che ha aggiunto quanto siano importanti ora «la questione dei debiti delle vostre aziende e il potervi consentire di stare sul mercato». Secondo Romano «siamo di fronte a problemi strutturali che vedono una situazione debitoria e una pressione fiscale e contributiva difficili per queste imprese», per cui sarà inevitabile «fare degli interventi successivi. In questa fase sto ascoltando le varie necessità poiché in un momento di crisi come questo è urgente trovare delle soluzioni per superare le difficoltà’».
Dal canto loro i pastori hanno esposto le tematiche per loro più calde e ancora insolute, nonostante siano state già esposte da tempo alla classe politica sia regionale che nazionale:
1. il riconoscimento dello stato di crisi del comparto
2. le restituzioni sulle esportazioni di pecorino romano nei mercati nord americani e canadesi
3. la risoluzione della questione debitoria e l’attuazione dei blocchi di ogni procedimento giudiziario che pendono sulle teste stanche di troppi pastori
4. la ristrutturazione dei debiti, sull’esempio di quanto fatto in Francia per salvare l’economia agro-pastorale
5. il pagamento immediato dei premi diretti agro-ambientali e l’anticipo di un’annualità per dare ossigeno e liquidità alle aziende
6. la moratoria di due anni dei contributi Inps e l’adeguamento degli importi comunitari che sono nettamente inferiori
7. la necessità di colmare le “distanze” tra pastori e politica, questione che i pastori propongono di iniziare a risolvere a partire da una prossima visita del ministro nella loro terra, per far sì che il capo del dicastero agricolo veda con i propri occhi cosa significa essere un pastore oggi
A conclusione dell’incontro, il ministro ha tenuto a precisare alla stampa di aver ascoltato le istanze del Movimento Pastori Sardi e anche quelle del Movimento dei Forconi e dei Comitati Spontanei, con delegazioni provenienti da diverse regioni italiane. Romano ha precisato di condividere molte di esse, e «in particolare il problema del debito che molte aziende agricole, non solo sarde o siciliane, hanno nei confronti dell’Inps. Si tratta di debiti contributivi che dobbiamo trovare il modo di far spalmare nel tempo. Per questo ho avuto una serie di incontri con tutti le istituzioni interessate, innanzitutto per comprendere la situazione ma anche per individuare una soluzione».
«Mi sono state presentate inoltre altre criticità sia del comparto lattiero-caserio che di quello agricolo, il problema della sburocratizzazione di alcune procedure, la pressione fiscale e la lunghezza della filiera che penalizza sempre di più i produttori. Il comparto ovicaprino sardo», ha concluso Romano, «si trova a dover affrontare una crisi congiunturale nell’ambito di una crisi strutturale più ampia e di non facile soluzione». In questo senso «nel mese scorso abbiamo sbloccato i fondi dei Psr pari a undici milioni di euro per la Sicilia e a quattro milioni e mezzo per la Sardegna».
Ancora una volta la partita è rimandata. I pastori devono aspettare la visita del ministro, a luglio. Rimandare e aspettare: grandi doti che i pastori hanno saputo ben sviluppare sinora. Sinché la pazienza lo consentirà.
10 giugno 2011