Le mostre zootecniche organizzate nell'ambito del mondo rurale o più precisamente in quello alpino, rappresentano un fenomeno in crescita, caratterizzato da diverse valenze, molte assai positive (ma non sempre espresse a dovere), altre meno. Per capire il fenomeno, rilanciamo qui un articolo di uno dei massimi esperti del settore, Luigi Andrea Brambilla, appena pubblicato dal sito web dell'associazione Razze Autoctone a Rischio di Estinzione. Il pezzo mette in luce con rara efficacia il tema della sostenibilità dell’uso delle razze zootecniche a rischio di estinzione nell'ambito degli impegni che i Paesi europei hanno sottoscritto in questi anni a sostegno della biodiversità. Grazie all'autore e all'associazione. Ai nostri lettori l'augurio di una buona lettura!
Mostre zootecniche caprine: la priorità è riappropriarsi della loro funzione tecnica, di salvaguardia oltre che di aggregazione tra allevatori
Il 27 ottobre ultimo scorso (anno 2013), in Valdivedro (nella provincia del Verbano Cusio Ossola), si è svolta l’attesissima mostra "al sun di sunei", organizzata dall’Associazione Allevatori di Trasquera. Ormai alla sua XII° edizione, questo appuntamento si inserisce in tutta una serie di eventi di esposizioni zootecniche caprine che in questa zona dell’alto Piemonte sono proposte ogni anno nel periodo autunnale e primaverile. La mostra caprina qui come in tutto l’arco alpino è un momento di grande importanza, ma quella di Trasquera assume un significato di alto valore perché rispecchia un modello unico di convivenza fra differenti razze locali. Tutte con la loro storia, faticosamente vengono mantenute in un territorio dimensionalmente ristretto. Una situazione che in analoghe zone alpine presenterebbe più facilmente una sola razza.
La convivenza di più razze caprine da salvaguardare – in questo caso Sempione, Vallesana Nera, Rossa e Grigia oltre che l’Alpina Comune – è lo specchio della comunità fra uomini, ed è uno dei modi di pensare alla futura sostenibilità delle risorse genetiche in agricoltura (vedi video su YouTube, 8'39").
Infatti sono molti gli impegni che i Paesi europei in questi anni hanno sottoscritto nei differenti trattati in tema di biodiversità, ma quello recente della sostenibilità dell’uso delle razze zootecniche a rischio di estinzione è il più complesso e ancora tutto da chiarire. Ecco perché il modello della convivenza senza il prevalere di una razza sulle altre non è da sottovalutare, e non solo in questa zona, ed è per questo che deve essere acquisito dagli allevatori. Il loro ruolo oggi è chiamato ad abbandonare l’idea di salvaguardare un patrimonio solo allestendo, potremmo dire, lo “spettacolo della biodiversità” e che tanto si è diffuso in questo primo decennio del nuovo secolo, e gestire i loro greggi con uno scopo comune e a favore di quella preziosa diversità che in un futuro non troppo lontano non darà “spettacolo”, ma cibo!
Un discorso che dovrà essere ampliato anche oltrepassando i confini amministrativi regionali e nazionali con l’obbiettivo di unione fra tutte le razze locali caprine allevate sull’arco alpino italiano ed estero. Un pensiero ambizioso ma dettato dalla necessità di operare tutti per il bene comune di questo settore. Un tentativo che già si sta faticosamente percorrendo nell’intraprendere rapporti e azioni comuni fra gli allevatori delle razze Sempione e Vallesana, italiani e svizzeri, ma che ancora deve maturare nella consapevolezza di gestire un patrimonio comune senza localismi.
Le mostre zootecniche caprine possono contribuire a questo scopo solo quando smusseranno la… (leggi tutto sul sito web di Rare)
di Luigi Andrea Brambilla
24 febbraio 2014