Rapporto Fao sulla biodiversità animale. E Coldiretti ci specula su

"La gestione sostenibile della diversità genetica del bestiame è di vitale importanza per l'agricoltura, la produzione alimentare, lo sviluppo rurale e l'ambiente". Il concetto espresso dalla Fao nel presentare la "Seconda Relazione sullo Stato delle Risorse Genetiche Animali del Mondo" ("The Second Report on the State of the World’s Animal Genetic Resources for Food and Agriculture"), pubblicata dalla Commissione delle risorse genetiche per l'alimentazione e l'agricoltura, non lascia spazio ai dubbi: la zootecnia sostenibile è una realtà – altamente composita e diversificata – di cruciale importanza per il pianeta. Le razze locali, assediate da oltre mezzo secolo da quelle cosmopolite attraverso il fenomeno dell'erosione genetica, vanno tutelate e difese. Ora e in maniera attiva, senza "se" e senza "ma".

Il rapporto – molto approfondito e interessante – fornisce una valutazione globale sulla biodiversità del bestiame e sulla sua gestione, fornendo informazioni aggiornate sullo stato della diversità del bestiame nel mondo, sulle tendenze nel settore zootecnico, sulle capacità di gestire le risorse genetiche animali, sulla necessità e sulle sfide nella gestione delle risorse genetiche animali. Il lavoro è il prodotto dell'elaborazione dei dati e delle informazioni fornite da 129 Stati, 15 organizzazioni internazionali, e da altre fonti regionali e reti operanti per la difesa delle risorse genetiche animali, oltre che da 150 autori individuali e revisori.

Il documento giunge a distanza di otto anni dalla pubblicazione del primo "report" e fa il punto sugli sviluppi registrati dal 2007 ad oggi. Ad essere sottolineati dai responsabili della Commissione delle risorse genetiche per l'alimentazione e l'agricoltura della Fao sono i risultati-chiave, riassumibili in estrema sintesi nei seguenti punti:
1. la diversità delle razze animali facilita l'adattamento dei sistemi di produzione alle sfide future ed è una fonte di resistenza alla variabilità climatica
2. i ruoli e valori delle risorse genetiche animali restano diversi, in particolare nelle condizioni di vita delle popolazioni più povere
3. le capacità di adattamento di determinate specie e razze in specifici ambientali avranno bisogno di essere maggiormente studiate e comprese
4. l'impatto di molte tendenze del mondo dell'allevamento sulle risorse della genetica animale e nella loro gestione è in aumento
5. la diversità del patrimonio zootecnico del mondo rimane a rischio
6. la valutazione delle minacce alle risorse genetiche animali deve essere migliorata
7. i quadri istituzionali per la gestione delle risorse della genetica animale devono essere rafforzati
8. rimane molto difficile stabilire e sostenere efficaci programmi di allevamento del bestiame in molti Paesi, in particolare nel mondo in via di sviluppo
9. pur essendosi diffusi, i programmi di conservazione delle risorse genetiche animali hanno ancora una diffusione irregolare
10. le tecnologie emergenti stanno creando nuove opportunità e sfide nella gestione delle risorse genetiche animali
11. la diversità del bestiame e la gestione sostenibile delle risorse genetiche animali stanno ottenendo una maggiore presa sulle agende politiche

"Il bestiame", ricorda il rapporto riferendosi alle razze allevate in maniera estensiva, "contribuisce in diverse maniere alla sussistenza, alla sicurezza alimentare, alla buona gestione ambientale, allo sviluppo rurale, alla vita culturale. Esso può essere presente in una varietà assai diversificata di ambienti di produzione, comprese le aree non coltivabili". "La diversità", prosegue la Fao nella presentazione del proprio report, "contribuisce a rendere i sistemi di produzione animale più resistenti alle avversità, permette alle popolazioni animali di adattarsi alle mutevoli condizioni ambientali e fornisce la materia prima per nuovi programmi di allevamento, volti a migliorare la produttività e a soddisfare le esigenze degli allevatori, dei consumatori e della società in generale".

La speculazione mediatica di Coldiretti
L'unica nota dolente, nel leggere di queste tematiche in questi giorni sulla stampa nazionale, deriva dal fatto che sia stata la Coldiretti a divulgare la notizia per prima, come sempre a suo modo: impossessandosene e speculandovi (leggi qui e qui). Proprio la Coldiretti, che attraverso l'operato dell'Aia (Associazione Italiana Allevatori) ha piegato nel tempo la zootecnia italiana alla logica del miglioramento genetico a tutti i costi (leggi qui). Proprio la Coldiretti, che spingendo il settore verso le alte produzioni ha contribuito in maniera significativa all'espansione delle razze specializzate, Frisona in testa, responsabile attraverso l'erosione genetica della scomparsa della biodiversità (un'infinità di allevatori, dal secondo dopoguerra ad oggi, ha abbandonato le razze locali per passare a quelle iperproduttive).

C'è poco da fare: mai come oggi è stato evidente che la Coldiretti vive di politica e non di e per il mondo agricolo, e che – proprio come la peggior politica – è in grado di affermare oggi tutto, e domani il contrario di tutto. Sinché la stampa sarà al suo servizio, priva di memoria storica e di spina dorsale e asservita ai giochi di Palazzo, da questa situazione non se ne uscirà di certo e il mondo degli agricoltori e degli allevatori continuerà a subire situazioni che mai avrebbe meritato di vivere.

1 febbraio 2016

Clicca qui per il rapporto completo della Fao (in lingua inglese) "The Second Report on the State of the World’s Animal Genetic Resources for Food and Agriculture"

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