Dop sì, ma con il brivido, per il Provolone del Monaco

Dop col brivido per il Provolone del Monaco, nobile formaggio a pasta filata prodotto nel territorio dei Monti Lattari, a sud di Napoli. Appena una settimana fa, il 9 di febbraio, cioè due mesi oltre i soliti sei in genere necessari per l’approvazione dell’agognato marchio da parte della Commissione Europea, gli interessati – ormai con le antenne ben alzate per catturare la lieta novella – si sono imbattuti in… una doccia fredda .

Motivo dell’apprensione, un dispaccio di agenzia che confermava il conseguimento del marchio di protezione sì, ma non di quello Dop bensì del meno nobile Igp, dai confini più sfumati e dalle garanzie assai meno certe.

Una mezza giornata di panico, quindi, per i diretti interessati, e l’equivoco era risolto: il cronista, evidentemente non troppo avvezzo a questioni agroalimentari e normative comunitarie aveva preso i proverbiali “fischi per fiaschi”: la Commissione aveva detto “sì”, ed il marchio era il più blasonato Dop, peraltro quello opportunamente richiesto, e contro cui nessuna parte interessata aveva sollevato opposizione.

Chiarito quindi l’enigma, e tirato un sospiro di sollievo collettivo, il giorno seguente, grazie alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, sono iniziati i festeggiamenti collettivi, per quel riconoscimento a lungo cercato (sono anni che la realtà del Provolone del Monaco sta lavorando serissimamente al recupero di un prodotto e di una razza, la bovina Agerolese, che inizialmente erano dati quasi per spacciati) e finalmente ottenuto.

Un riconoscimento che premia gli sforzi di una esemplare filiera produttiva, che tutela una razza a rischio di estinzione, che rilancia un’economia locale altrimenti depressa, e che mantiene in vita un prodotto che non ha pari, in quanto a valore organolettico, proprietà nutrizionali e patrimonio storico e sociale.

A chi fosse in cerca di maggiori informazioni su questo straordinario prodotto, il sito del consorzio di tutela offre alcune essenziali notizie, dalla storia alla tipicità, alle consuetudini produttive.

16 febbraio 2010