Sa paradura, l’antico istituto di solidarietà popolare che trae origini dal codice barbaricino, arriva a noi da tempi immemorabili, e si mantiene vivo anche grazie alla capacità che ha di adattarsi alla mutevolezza della società, dei costumi, dei mezzi di comunicazione. Ce lo fanno capire due storie esemplari, che hanno entrambe al centro la generosità delle comunità pastorali sarde e la disinteressata logica del mutuo soccorso, che ha sempre portato il singolo – e le altre comunità meno fortunate – a non sentirsi mai soli in casi di gravi criticità.
A ricordarcelo è il sindaco di Cascia, Mario De Carolis, che nella giornata di Sant’Antonio Abate (il santo protettore degli allevatori), ne ha parlato, in piazza San Pietro, con i cronisti dell’Ansa, manifestando la gratitudine sua e dei suoi concittadini nei confronti dei pastori sardi.
«Nel prossimo mese di giugno», ha esordito De Carolis, «si rinnoverà la tradizione de “sa paradura”, e questa volta saranno i nostri pastori a portare ai loro colleghi sardi gli agnelli nati dalle pecore che un anno fa furono donate loro».
Circondato da una folta delegazione di allevatori della propria comunità, il primo cittadino del paese umbro ha ricordato che «i pastori della Sardegna regalarono a Cascia circa mille pecore (da 600 pastori provenienti da 150 comuni, ndr), e che fu uno dei gesti di solidarietà più emozionanti e importanti che si registrarono a seguito del sisma. Un gesto che rimarrà indelebile in noi, e che vorremmo ricordare negli anni. A tal proposito abbiamo già fissato, la data della Fiera del Capolanuto che si svolgerà a Cascia il prossimo 15 aprile».
«La donazione delle mille pecore» ha poi aggiunto De Carolis, «ha avuto anche il merito di far capire meglio il valore della solidarietà e della collaborazione tra i pastori, al punto che da un anno a questa parte è stato creato un comitato composto da ben 38 allevatori che presto metteranno in campo anche nuove iniziative».
Dopo Cascia, la Corsica
Ma la generosità dei pastori sardi non si ferma qui, ed è sempre pronta, ogni volta che se ne presenti la necessità. Com’è accaduto giorni fa quando l’allevatore Gian Mario Canu ha lanciato su Facebook un’accorata richiesta d’aiuto. Ad avere bisogno di sostegno stavolta sono gli allevatori del nord della Corsica, che a causa degli incendi propagati dalla tempesta Eleanor all’inizio di gennaio, hanno subito ingenti danni, a partire dalla perdita dei propri animali.
L’appello, lanciato nel gruppo tematico “Agricoltura e il suo futuro, la crisi del prezzo del latte”, che conta migliaia di utenti attivi e ben ventimila iscritti, ha innescato una gara di solidarietà che in pochissime ore ha portato a risultati insperati: la disponibilità di centinaia di capi ovicaprini, poi convertita in una donazione in denaro, a seguito dell’eccesso di burocrazia nella movimentazione degli stessi.
L’iniziativa ha destato l’interesse della del sito web “Corsica Oggi”, che ha dato risalto alla vicenda, elogiando la generosità dei sardi: “un bel gesto di solidarietà e amicizia, che potrà forse aiutare tante famiglie a risollevarsi dalla crisi in cui questi roghi di gennaio le hanno improvvisamente gettate”.
22 gennaio 2018