4 marzo: i pastori sardi non voteranno in segno di protesta

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Da alcune settimane in Italia si parla quasi solo di elezioni, e nonostante la bagarre che precede il voto non abbia ancora raggiunto le iperboli tipiche degli ultimi giorni, già si registrano i primi usi non propriamente ortodossi della materia elettorale.

Tra i casi che più saltano agli occhi in queste giornate, merita una segnalazione il tentativo fatto da una parte dei pastori sardi per forzare una classe politica inerte a dare risposte alle tante aspettative sinora disattese. Per raggiungere lo scopo, centinaia e ormai migliaia di pastori dell’isola hanno deciso di riconsegnare le schede elettorali, in segno di protesta verso il mondo della politica.

In centocinquanta, provenienti dal Nuorese e dall’Ogliastra, si sono ritrovati martedì scorso all’ingresso dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura, a Cagliari, per manifestare il disagio che si vive nelle campagne sarde. Lamentavano la cancellazione di un appuntamento a Nuoro (pare non la prima) sulle tematiche della crisi delle campagne da parte dell’assessore Pier Luigi Caria. Con l’occasione hanno comunicato che le loro schede elettorali verranno restituite ai sindaci, in segno di protesta per l’immobilismo della classe politica di fronte alla crisi del settore agropastorale.

Il gesto supera l’aspetto provocatorio, manifestando non solo un malcontento grave ma la completa sfiducia della gente e delle comunità rurali nei confronti della politica. “Non vogliamo una strumentalizzazione politica legata al voto”, dicono i manifestanti, “ma vogliamo e dobbiamo manifestare il disagio che il mondo delle campagne sta vivendo”, dall’impennata dei costi di produzione, al prezzo del latte in continuo calo, ai pagamenti dei premi comunitari in ritardo di anni, al mancato riconoscimento dello stato di calamità per il settore bovino”.

E così, dal capoluogo ai vari paesi interessati, la notizia è rimbalzata di bocca in bocca, portando a un vero e proprio fenomeno delle schede riconsegnate: duecento solo ad Ollolai, altrettante a Silanus, e ancora altre a Seulo, Bitti, Gavoi e in decine di paesi, soprattutto nell’interno dell’isola.

«Se non arriveranno i premi che aspettiamo almeno da due anni», ha detto il leader del gruppo di Ollolai Priamo Cottu, «alle elezioni politiche non voteremo. Per questo mercoledì con i nostri familiari siamo andati in Comune a Ollolai e abbiamo restituito le schede nelle mani del sindaco, e poi abbiamo portato la nostra protesta in Prefettura, a Nuoro». «Siamo in ginocchio», ha proseguito l’allevatore, «con la siccità e con la vendita del prodotto che non copre neanche la metà dei costi di produzione, abbiamo bisogno di aiuto ma i premi continuano a tenerseli per cavilli burocratici. Una situazione che ci sta portando all’esasperazione».

La risposta della Prefetta di Nuoro, Carolina Bellantoni, non si è fatta attendere. dopo aver ascoltato attentamente i pastori, la Prefetta ha garantito il suo impegno: in sinergia con gli altri Prefetti contatterà l’assessore all’Agricoltura per esporre i problemi e cercare di trovare il modo di assicurare il pagamento dei premi. «Adesso aspettiamo risposte», ha concluso Cottu; «se saranno positive ci riprenderemo le nostre schede, altrimenti il nostro voto se lo devono scordare».

29 gennaio 2018