
È un processo scomodo quello che prosegue presso il tribunale di Lanusei per decretare reati e responsabilità nella sfrontata gestione di un poligono militare – quello di Quirra – che ha provocato gravi danni alle persone, agli animali e all’economia pastorale, oltre che all’ambiente, a partire dal 1989. Processo scomodo non solo per i comandanti del poligono, imputati di gravi inadempienze ma a quanto pare anche per il perito consulente della procura Antonietta Gatti, esperta di nanopatologie e consulente di diverse commissioni parlamentari sull’uranio impoverito.
Giovedì scorso, 22 febbraio, ad un giorno dalla clamorosa deposizione della dottoressa Gatti, lo studio che la scienziata condivide a Modena con il marito Stefano Montanari (anch’egli scienziato, già assurto agli onori delle cronache per le contestazioni mosse alla legge 119/2017 sui vaccini obbligatori, ndr) è stato visitato dalla Guardia di Finanza, assieme alla casa dei due e all’automobile. I militari hanno sequestrato i due computer, gli hard disk e tutto il materiale informatico presente, gettando alle ortiche anni di ricerche evidentemente scomode, compromettendo inoltre l’esito del processo stesso.

Il motivo ufficialmente addotto dalle Fiamme Gialle è il sospetto di truffa: l’inchiesta che ha portato al sequestro sarebbe infatti nata dalla denuncia di una onlus che reclama il possesso di un microscopio acquistato attraverso una sottoscrizione e poi affidato alla dottoressa Gatti.
Inquietante la “sincronizzazione” dell’operazione con il dibattimento in corso a Lanusei, e il rischio che l’indagine crei intralcio al processo, visto che l’esperta è chiamata nuovamente a comparire in qualità di perito il 28 marzo per essere sottoposta all’esame delle parti civili e della difesa. Sul banco degli imputati compariranno otto comandanti che hanno guidato il poligono dal 2004 al 2010, tutti accusati dei reati di omissione aggravata di cautele contro infortuni e disastri in quanto avrebbero omesso l’interdizione al pubblico delle zone a rischio.
Tra le rilevanze addotte dalla Gatti nel corso dell’ultima udienza (la sua deposizione è durata otto ore, ndr) aveva suscitato grande clamore l’attestazione della presenza di metalli accumulatisi nel tempo nei tessuti ossei di un pastore deceduto anni fa.
In merito alla vicenda si sono espresse varie voci della società civile, invitando i democratici ad attivarsi sul piano dell’informazione, della condivisione e della civile protesta. Tra le organizzazioni che hanno dichiarato il loro sostegno ai dottori Gatti e Montanari una voce merita risalto, ed è quella del Movimento Contro l’Autismo, che sul proprio sito web ha pubblicato l’appello “Giù Le Mani dai Dott.ri Gatti e Montanari”. Tra le testate che si stanno occupando della vicenda, segnaliamo Next Quotidiano, che titola “I complotti dietro le indagini sulla Nanodiagnostics di Stefano Montanari” e La Gazzetta di Modena, con un più morbido “Il giallo del sequestro Gatti in aula per i militari malati”.
26 febbraio 2018