Paroldo, cittadina cuneese di poco più di duecento abitanti, è al centro di un progetto di valorizzazione della pastorizia che guarda al futuro, a quanto pare senza dimenticare il passato. Nella prossima primavera vi prenderà il via il primo corso per aspiranti pastori e allevatori di ovicaprini (il primo in Italia, finalmente), di pari passo all’apertura del museo della pastorizia, che dovrebbe prendere il nome di “Museo della Pecora e del Formaggio”.
La spinta per i due progetti arriva dalla storica vocazione che il territorio paroldese ha in questo settore, motivo per cui gli amministratori locali hanno ritenuto opportuno da un lato formare nuove figure professionali, da un altro incentivare il turismo e l’interesse per un mondo che altrimenti rischierebbe di scomparire, nonostante i suoi rilevanti valori (la sua ecosostenibilità, il presidio del territorio, la produzione di alimenti nutraceutici).
Ma non solo, visto che le due attività punteranno a creare nuovi posti di lavoro attraverso la nascita di nuove aziende, anche per frenare il declino demografico.
Come riferito giovedì scorso dalla Gazzetta di Alba, la parte teorica del corso – 600 ore complessive – si svolgerà in una delle caratteristiche case in pietra che l’amministrazione comunale ha acquistato e ristrutturato negli anni in Borgata Cavallini, mentre la parte pratica prevede 120 ore di studio in aziende zootecniche dell’alta Langa.
Tra le materie insegnate figurano la gestione dei pascoli, la trasformazione e la valorizzazione delle produzioni e la gestione delle aziende agricole. I docenti saranno tecnici del settore e imprenditori locali.
28 gennaio 2019