Filiera bufalina: è ufficiale, la Regione Lazio crede nel rilancio

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La bufala mediterranea e le sue produzioni sono stati al centro di una intensa giornata di lavori venerdì scorso, 31 maggio, nella prestigiosa sede del Parco di Pantanello, cento ettari di stagni, acquitrini e ambienti paludosi, vale a dire quello che per questa specie animale sarebbe l’habitat ideale in cui vivere…

Una location non casuale, nelle adiacenze del Giardino di Ninfa, fiore all’occhiello della pianura Pontina, scelta dagli organizzatori – l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Lazio e l’Arsial (Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione in agricoltura del Lazio) – per quello che nelle intenzioni dovrebbe essere l’inizio di un convinto rilancio della filiera bufalina laziale.

Con questa giornata di lavori, Assessorato e Arsial hanno voluto fare il punto, in profondità, sullo stato del settore, attraverso il confronto e l’approfondimento, su questioni tecniche riguardanti tanto la produzione dei derivati del latte quanto quella della carne, grazie alla partecipazione di ricercatori, allevatori e trasformatori.

Come ha sottolineato l’assessore Enrica Onorati, «il Lazio è il secondo mercato italiano, in termini di grandezza, dopo la Campania, per questa specie animale, e per questo va difeso e sviluppato. Secondo gli ultimi dati Istat, le provincie di Latina e di Frosinone sono cresciute notevolmente in questi anni nell’ambito della produzione e della trasformazione del latte di bufala e dei suoi derivati».

Si tratta di «un potenziale enorme per tutta la Regione, in termini soprattutto qualitativi e anche quantitativi», ha proseguito l’assessore, e «il seminario di oggi conferma quanto possa essere strategica l’opportunità di diversificare i processi di lavorazione e di produzione, soprattutto con l’implementazione della filiera delle carni bufaline».

Con queste interessanti premesse, i vertici dell’amministrazione agricola laziale hanno voluto lanciare un chiaro messaggio al comparto, sottolineando quanto siano necessarie sia una corretta informazione che un’adeguata promozione verso il consumatore. Due fronti dell’attività che, se ben gestiti, sono in grado di affermare sul mercato gli elevati valori organolettici e nutrizionali di queste produzioni. Fondamentali, nell’opera di divulgazione da attuare saranno i ristoratori, se si adopereranno per mettere in luce le potenzialità, non sempre espresse, di questi prodotti.

«È importante», ha concluso Enrica Onorati, «fare sistema per sostenere le aziende e per sviluppare meccanismi di cooperazione e di filiera, investendo nella ricerca scientifica a servizio del settore». Il valore dell’incontro è stato confermato anche dalla presenza del presidente dell’Arsial Antonio Rosati, di alcuni professori universitari, di rappresentanti dell’Iszlt (Istituto Sperimentale Zooprofilattico di Lazio e Toscana) e di diversi imprenditori locali.

3 giugno 2019