Dopo la candidatura a Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità – avanzata nel marzo del 2018 dall’Italia all’Unesco, congiuntamente a Grecia e Austria – è sensibilmente aumentato l’interesse dei media per la transumanza, e con esso è cresciuta l’attenzione del pubblico per un fenomeno che nel nostro Paese è ancora diffuso, oltre che mai uguale a sé stesso (si pensi alle transumanze verticali in Piemonte o sulle Madonìe, e a quelle storiche da Abruzzo e Molise alla Puglia).
Un fenomeno ai cui elementi antichi e fondanti — il viaggio, di pastori, greggi e mandrie, e l’erba, nutrimento naturale degli animali da latte — si sono aggiunti, in questi ultimi anni — grazie alla partecipazione di un pubblico di camminatori, turisti, amanti della natura e del buon cibo — un’ infinità di altri contenuti, di valori sociali, umani, emozionali e identitari non indifferenti.
Nel contesto di tutte le transumanze, che in questi giorni partiranno un po’ in ritardo, a causa delle bizzarrie del meteo (l’erba è ancora “indietro” su molti monti, ndr), quella che segnaliamo ai nostri lettori per l’autenticità che la caratterizza, muoverà sabato prossimo 15 giugno, partendo dall’azienda agricola San Maurizio (784 mt. slm) della famiglia Pia, in località Settefrati — siamo nei pressi di Picinisco, in provincia di Frosinone — e raggiungerà, come accade ogni anno da tempi immemorabili, i 1500 metri di altitudine a Prati di Mezzo, nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, in cinque ore circa di passeggiata appassionante (interrotte da un bivacco ristoratore), affrontando un dislivello di oltre 700 metri.
Tra le poche famiglie che in Valle di Comino si sono distinte nel produrre formaggi e latticini di tutto rispetto, quella di Marcello Pia è l’unica a praticare ancora la transumanza, per due fondamentali ragioni: il credere negli antichi valori di questa migrazione stagionale, e l’aver intuito che l’apertura di questa esperienza di vita ad una comunità allargata e sempre più variegata è fondamentale per andare incontro al mercato per quel che si è, laddove altri hanno offerto ai consumatori un racconto mai del tutto esplorabile, fatto di suggestioni, simpatia e presenzialismo televisivo.
Aprire una transumanza a vari pubblici – tanto a quello dei propri conterranei quanto a quello di città come Roma e Pescara – accogliendo interessi variegati di una tanto composita umanità, ha permesso a Marcello, alla moglie Anna, ai figli Antonio e Maria, di confrontarsi con visioni assai diverse le une dalle altre, visioni protese verso uno stesso mondo autentico e stimabile, e di percepire i differenti sentori in un’unica vicinanza, in una partecipazione e in un socializzare che nel cammino condiviso ha ritrovato energie inaspettate, gioia di vivere, e fratellanza.
L’auspicio che pubblicamante qui esprimiamo, noi che alla transumanza del 2018 (da allora denominata TransHumanus, per il bel video così intitolato, visionabile qui sotto, ndr) abbiamo partecipato, appassionandoci, emozionandoci ed esaltandoci per l’esperienza vissuta, è che un numero sempre maggiore di persone presenzia questo straordinario evento, a partire dalla prossima edizione. La presenza di una di esse, annunciata da giorni, che aggiunge lustro a TransHumanus, è quella del selezionatore di eccellenze agroalimentari del Lazio Vincenzo Mancino (a sinistra, nella foto di Artigiani del Cibo©), titolare di DOL – Di Origine Laziale, che abbiamo raggiunto telefonicamente per raccogliere le sue impressioni e un suo messaggio, che riportiamo in calce a questo articolo.
Il programma di Transhumanus 2019
Sabato 15 giugno
19:00 Ritrovo e registrazione presso Agricola San Maurizio (Via Colle Pizzuto, 21 – Settefrati)
19:00 Aperitivo con i pastori
20:15 Briefing per illustrare svolgimento e comportamenti
21:00 Raduno delle pecore e partenza
23:30 Bivacco e cena del pastore (la “spara” del pastore: cena a base di pane, pecorino di Picinisco Dop e verdure)
Domenica 16 giugno
4:30 Partenza
7:00 Arrivo a Prati di Mezzo e colazione con i pastori
Caratteristiche, prenotazione e costo
• Grado di difficoltà: E (escursionistica; facile ma che richiede allenamento e attrezzatura adeguati)
• Dislivello: 700 mt circa
• Distanza: 13 km circa
• Tipo percorso: tratturo, sentiero, con tratti di strada asfaltata
• Amici a quattro zampe: non consentiti
• Abbigliamento e attrezzature obbligatorie: scarpe da escursionismo, maglia e giacca, cappello, guanti, mantella antipioggia, spuntino, acqua, bastoncini (facoltativi), lampada tascabile o frontale, macchina fotografica
• Prenotazione: messaggio (sms, whatsapp, telegram) al 329.1242393 entro le ore 12 del giorno antecedente. Qualora sia la prima uscita con la Compagnia dei Viandanti indicare nome, cognome, luogo e data di nascita.
• Quota di partecipazione: adulti € 30,00
• La quota comprende: organizzazione, guida, assicurazione responsabilità civile verso terzi, polizza infortuni individuale (su richiesta), degustazioni così come descritto nel programma
• Responsabile organizzativo: Maria Pia (Agricola San Maurizio)
• Responsabile dell’escursione: Stefano Gaetani (Compagnia dei Viandanti), iscritto al registro delle Guide Ambientali e Escursioniste presso il Ministero dello Sviluppo Economico con codice La372
Note: L’organizzazione si riserva il diritto di annullare o modificare l’itinerario proposto a sua discrezione, per garantire la sicurezza o in base alle condizioni del meteo del sentiero e dei partecipanti. L’evento si svolgerà anche in caso di pioggia
La transumanza nelle parole di Vincenzo Mancino (DOL – Di Origine Laziale)
Il regolare scorrere di animali ed esseri umani – lo spostamento, il viaggio sono alla base della civiltà dell’uomo, della diversità, dell’incontro e delle contaminazioni tra culture, del confronto e dell’evoluzione della specie umana.
Oggi il viaggio della transumanza di uomini e bestie ha il valore aggiunto della scelta consapevole di pochi e virtuosi pastori, che non fanno altro che rispondere all’istinto dei loro animali, dovuto all’esigenza del loro nutrimento: pensiamo alle migrazioni degli uccelli, ai pinguini che si spostano per riprodursi, ai bisonti e ai rinoceronti per l’acqua, agli elefanti per andare a morire. Accompagnare i propri animali in questo viaggio rappresenta il ritorno atavico e ancestrale al connubio che c’è tra questi due esseri (l’uomo e l’animale da latte, ndr), così diversi e così uniti uno all’altro.
Un selezionatore dev’essere un “partigiano”, deve condividere sino in fondo la scelta di chi pratica la pastorizia, di chi segue l’istinto dell’animale che si muove per nutrirsi, non quello voluto dall’uomo di rinchiudere gli animali in una stalla per produrre attraverso lo sfruttamento del latte, e dell’animale.
Bisogna essere vicini a questi pastori, non solo in questo passaggio ma sempre: scegliendo i loro prodotti così come da sempre cerco di fare per me stesso e con la mia azienda.
Per me non è la prima transumanza, avendo avuto la fortuna di farne, anche se non per intero, in Lucania, quando decisi di iniziare questa mia attività, perché sentivo forte l’esigenza di conoscere la forza che muove gli animali a spostarsi. E in tutto questo una cosa è certa: se lasciassimo andare questi animali, figli di transumanti, anche senza l’uomo, essi raggiungerebbero la loro meta ugualmente. Sono loro che hanno tracciato i tratturi, che segnano il loro passaggio millenario: un’autostrada e un punto di riferimento per chi vuole iniziare a praticare questa scelta di vita che la transumanza è.
Sarà bellissima questa esperienza nel Lazio, che per me è la prima in questa regione, e che finalmente riesco a fare, dopo anni spesi nel selezionare il meglio che questa regione sa produrre. Non vedo l’ora di vivere questo lento andare tutti uniti, il bivacco notturno, con un’aspettativa molto alta a livello emozionale.
Sono convinto che la partecipazione allargata ad un pubblico ampio di questo percorso dia al consumatore una maggiore consapevolezza, che parte da lì e finisce sui banchi dei mercati: saper riconoscere un prodotto, avere la capacità di leggere l’etichetta, di capire che un latte di una colorazione diversa ha un significato. E poi può servire a far capire, a far ricordare che questi animali vivono di erba, come è naturale che sia. Di erba e di cammino, di erba e libertà, non di mangimi e costrizione.
È per tutti questi motivi che consiglio vivamente ai lettori di Qualeformaggio di partecipare, per vivere un’esperienza unica con la Famiglia Pia, per crescere come donne, uomini e consumatori.
Vincenzo Mancino
10 giugno 2019