
Dalla crisi del latte ovino in Sardegna si esce evitando la sovrapproduzione di Pecorino Romano, un traguardo possibile se si riusciranno a destinare 30-35 milioni di litri di latte alla polverizzazione e alla vendita diretta in Europa. In questo modo si riuscirà a spuntare il tanto agognato prezzo di un euro al litro, o poco meno, nella stagione lattiero-casearia appena cominciata 2019-20.
È questa l’idea che Tore Piana, presidente del Centro Studi Agricoli, ha avanzato nel corso di un’affollata assemblea di Copagri Nord Sardegna, tenutasi martedì 8 ottobre scorso, a Pattada.
“Questa soluzione», ha esordito Piana, «è fattibile da subito, e permetterebbe di mantenere le produzioni di Pecorino Romano Dop in equilibrio con le richieste di mercato, e così anche quelle di Pecorino Sardo, Fiore Sardo e dei vari pecorino non a marchio, evitando eccedenze produttive».
Per attuare queste decisioni, la Regione Sardegna e l’Oilos (Organismo Interprofessionale Latte Ovino Sardo) dovranno al più presto riunire ad un tavolo tutti gli attori della filiera e trovare un’intesa sulla vendita di quei 30-35 milioni di litri».
Per la nuova stagione, le produzioni di Pecorino Romano Dop sarebbero, «per la prima volta negli ultimi quattro anni, non regolamentate dal piano dell’offerta approvato dagli attori della filiera stessa, viste le bocciature da parte dei produttori del latte di pecora Sardo».
«La nuova stagione», ha concluso il presidente del Centro Studi Agricoli, «dovrebbe essere di produzione regolare, rispetto agli ultimi anni, attorno ai 310 milioni di litri di latte ovino, in linea con le annate precedenti, salvo che non si protragga l’attuale stagione di siccitosa».
Questa soluzione sarebbe gradita all’amministrazione regionale, in quanto non impegnerebbe denari pubblici, e sarebbe fattibile nell’immediato. La prossima riunione della Copagri Nord Sardegna è prevista a Perfugas, la prossima settimana.
A nostro avviso la crisi si supera puntando anche a fare qualità, come ben ci fa capire il recente progetto “Kent’Annos”, a cui dedichiamo un articolo pubblicato proprio oggi nella rubrica “Scienza Cultura Salute”.
14 ottobre 2019