All’indomani della premiazione del concorso Modon d’Or, dedicato alle migliori Fontine d’alpeggio, e ad una settimana dall’ufficializzazione di “Estrema d’Alpeggio Fontina” – la denominazione riservata alle forme da vacche autoctone alimentate solo a erba – la Valle d’Aosta del formaggio s’interroga su quale sia il giusto prezzo del latte, con l’obiettivo di valorizzare il lavoro degli allevatori, ripagando, anche economicamente, i tanti sacrifici espressi.
A porre la questione ufficialmente, lunedì scorso 9 dicembre, è stato il presidente dell’Arev (Association Régionale Éleveurs Valdôtains) Diego Planaz, il quale in un nota stampa ha ribadito che “è giunto il momento di lavorare per riconoscere agli allevatori il giusto prezzo per il latte che mungono quotidianamente».
«È di questi giorni», ha aggiunto Planaz, «la pubblicazione di due lavori che documentano come i costi di produzione siano al di sopra del prezzo di vendita. Si parla di più di settanta centesimi al litro, contro prezzi medi alla stalla attorno ai sessanta centesimi. Questo tocca la gran parte degli allevatori, è molto grave e testimonia come un settore che produce un prodotto rinomato e d’eccellenza, può comunque essere in gravi difficoltà economiche».
«Ê arrivato il momento», ha concluso il presidente dell’Arev, «che tutti gli attori della filiera produttiva e commerciale uniscano i loro intenti per eliminare questa contraddizione, che aggrava una crisi generale non favorendo lo sviluppo d’un settore fondamentale per la nostra regione alpina».
16 dicembre 2019