
Avviato alla fine del 2017, prende finalmente corpo il progetto “Alleanza per lo sviluppo e la valorizzazione dell’agricoltura familiare nel nord dell’Albania” promosso da Rtm (Reggio Terzo Mondo – Volontari nel Mondo) e Cospe (Cooperazione per lo sviluppo Paesi Emergenti), con il sostegno dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
A darne notizia, mercoledì 22 scorso, è stata la testata giornalistica “Osservatorio Balcani Caucaso transeuropa”, che ha dettagliatamente presentato – tra le altre cose – attraverso l’intervista alla cooperante Roberta Sangiorgi, l’iter attuativo per l’ottenimento della certificazione Dop di un formaggio caprino prodotto nel Nord del Paese. Un formaggio chiamato da sempre “djathë” (formaggio, in albanese), ha ora trovato una sua denominazione – “Shija e Veriut”, vale a dire “Gusto del Nord”) – dopo un democratico consulto tra i produttori.

La dottoressa Sangiorgi, che in Emilia-Romagna si occupa di sviluppo di marchi geografici di qualità e disciplinari di produzione, ha spiegato, rispondendo all’intervistatore Davide Sighele di Obct, l’interessante intreccio tra le attività che preludono alla presentazione della richiesta e l’attuale situazione socio-politica che caratterizza la regione settentrionale dell’Albania, descrivendo i “pro” e i “contro” di quella realtà, che se da un lato offre un ambiente montano “incontaminato” e delle sane pratiche pastorali, dall’altro vede i produttori incapaci di raggiungere i mercati più remunerativi delle grandi città.
Dalla narrazione dell’esperienza di Sangiorgi l’articolo (“Albania del nord: se il formaggio di capra diventa Dop”, di Davide Sighele) lascia trapelare diversi e interessanti aspetti di una attività di cooperazione in cui – dopo una prima fase di “accreditamento” dei proponenti l’aiuto, necessaria per superare le naturali “diffidenze”, chi ha doti da applicare – capacità, esperienza e organizzazione – mette quelle a disposizione di chi ha potenzialità da sviluppare.
L’aspetto più rilevante che l’”alleanza” ha sviluppato è, spiega l’articolo, “il miglioramento delle condizioni di lavoro e di reddito per un numero rilevante di unità familiari”, in un’attività che “ha favorito l’introduzione di nuovi metodi che rappresentano esempi di buone pratiche e possono essere fatti propri da altri operatori del settore”.
Governo al lavoro per ottenere i marchi di protezione
“In Albania”, spiega Sangiorgi nell’articolo, “è ben presente la consapevolezza della necessità di valorizzare le DOP e le IGP. Non è un caso che nel marzo scorso sia stata approvata una legge, la numero 8 del 2019, che riguarda proprio la regolamentazione di questo settore”.
“Ad oggi però”, prosegue Sangiorgi, “non vi sono ancora i regolamenti attuativi e senza questi ultimi non è possibile alcuna registrazione dei prodotti tipici. Non si può quindi ancora parlare di Dop e Igp. Oltre all’approvazione dei regolamenti lo Stato albanese deve anche nominare una commissione ad hoc che vaglierà le domande di riconoscimento dei vari prodotti.
27 gennaio 2020
Il presente articolo è stato elaborato dalla Redazione di Qualeformaggio su informazioni attinte dal sito web “Balcani Caucaso transeuropa”, e in particolare dall’articolo “Alleanza per lo sviluppo e la valorizzazione dell’agricoltura familiare nel nord dell’Albania”, su Creative Commons License. Vedi su Albania News il fotoracconto realizzato da Valery Poshtarov per il progetto “Alleanza per lo sviluppo e la valorizzazione dell’agricoltura familiare nel nord dell’Albania”.