Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga si muove verso una definizione del proprio Regolamento che, dopo le obiezioni mosse dal Wwf Abruzzo all’Ente Parco, inerenti il metodo con cui si sarebbe giunti alla stesura del medesimo (contestato il mancato coinvolgimento dei soggetti interessati in fase di discussione preliminare, ndr) ne trova altre e non marginali, che giungono dalla comunità di Castel del Monte, comune che lega fortemente la propria storia e la propria economia alla presenza nel suo territorio di attività pastorali.
Se da una parte l’associazione ambientalista rivolge alla direzione dell’ente un fermo ma bonario invito pubblico ad avviare un periodo di confronto tra tutte le parti interessate (sia alla tutela ambientale che allo sviluppo sostenibile, ndr), dall’altra il Comune di Castel del Monte richiede, attraverso una delibera, l’annullamento di quanto sin qui operato dall’Ente Parco per la definizione del Regolamento, in quanto esso “pone vincoli a totale svantaggio della popolazione castellana, unica portatrice d’interessi collettivi sociali del proprio territorio”.
Tra le motivazioni espresse nella delibera comunale:
- il mancato coinvolgimento nella stesura del Regolamento dei sindaci e della popolazione;
- la desertificazione delle aree interne;
- gli ulteriori vincoli per le piccole aziende ed imprese locali, che devono essere in grado di poter avviare un’attività o continuare a lavorare nelle realtà montane di per sé già disagiate;
- la tutela dell’attività agro-silvo-pastorale, principale fonte di economia e di orgoglio locale;
- le possibilità di richiedere agevolazioni concesse da bandi comunitari, nazionali, regionali, di sostegno alle imprese di qualsiasi settore e/o rivolti a soggetti pubblici con priorità per i territori e le imprese e/o soggetti pubblici con sede legale e operativa nei Comuni del Parco che sarebbero vanificate dalle limitazioni imposte.
Più in particolare, sull’attività pastorale, la delibera del comune abruzzese si esprime rimarcando la “necessità di tutelare la millenaria attività agro-silvo-pastorale del nostro Comune, denominato “Capitale della Pastorizia”” e ricordando che essa è la “principale fonte di economia e di orgoglio dei nostri allevatori” e non ultimo, che “la transumanza è riconosciuta dall’Unesco Patrimonio immateriale della cultura”.
2 marzo 2020
Chi voglia leggere la versione integrale della delibera del Comune di Castel del Monte può trovarla pubblicata sul sito web Il Capoluogo
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