Parte da alcune amministrazioni pubbliche lucane, con in prima fila il Comune di Lagonegro, in provincia di Potenza, la spinta delle comunità locali che tende a sottolineare alla Giunta Regionale della Basilicata l’importanza della tutela, della valorizzazione e della conservazione del patrimonio pastorale della transumanza.
Nei giorni scorsi il Consiglio Comunale della cittadina della Valle del Noce ha approvato un ordine del giorno che impegna il sindaco e la giunta a promuovere sul territorio di propria competenza ogni iniziativa operata in tal senso. Congiuntamente altre amministrazioni comunali stanno muovendo gli stessi passi, nell’ottica di un fare comune che intende rimettere al centro della scena – è evidente – il patrimonio ambientale, la cultura popolare, le produzioni agroalimentari di qualità e molte potenzialità turistiche sinora non del tutto espresse.
«Si tratta», commenta il presidente dell’Ara (Associazione Regionale Allevatori) Basilicata Palmino Ferramosca, «di un passo importante per le amministrazioni comunali aderenti, che riconoscono così ufficialmente la pastorizia e la transumanza – patrimonio immateriale dell’umanità Unesco – quale parte centrale del capitale storico, culturale, economico e sociale delle comunità, nonché pratiche capaci di contribuire in maniera significativa sia alla produzione alimentare che alla tutela dell’ambiente e del paesaggio».
Negli anni la Regione ha saputo conquistare riconoscimenti concreti alle proprie produzioni di pregio, quali il Presìdio Slow Food del Caciocavallo podolico, la certificazione Sqn (Sistema qualità nazionale) per la carne del Bovino podolico al pascolo e il marchio territoriale per l’Agnello delle Dolomiti lucane.
«Fondamentale nel percorso di tutela delle due antiche pratiche», sottolinea il direttore dell’associazione, Giuseppe Brillante, «sarà il ruolo del “pastore custode del territorio”, figura che le amministrazioni comunali si impegnano ad inserire e regolamentare in un elenco promuovendone, in sede di Regione Basilicata, il riconoscimento con atto legislativo». Sarà infine decisiva, aggiunge Brillante, «l’individuazione di percorsi prioritari nell’ammissione ai programmi comunitari di sostegno al settore primario».
Sull’importanza di questa attività è intervenuta anche Maria Di Lascio, prima cittadina di Lagonegro, offrendo un’interessante e ulteriore chiave interpretativa sulla questione di genere: «Valutata l’importanza del patrimonio ambientale e anche in connessione con i prodotti agroalimentari frutto dell’attività delle donne allevatrici, si vogliono valorizzare le attività della pastorizia e della transumanza e questo progetto va proprio in tale direzione».
La questione ambientale in Basilicata
L’iniziativa torna a riproporre la distanza tra comunità locali e potere amministrativo regionale, laddove la presenza di impianti di estrazione di idrocarburi in Val d’Agri pesa gravemente in termini ambientali e di salute pubblica, e pone gravi limiti alla possibilità di sviluppare molte altre prospettive economiche, a partire dal turismo.
In questo senso risultano illuminanti due articoli dal blog dell’associazione ambientalista Cova Contro:
La Regione Basilicata ha mentito alle associazioni sui dati SME di Tempa Rossa (6 aprile 2021)
Alsia entra “nell’harem” di ENI (30 marzo 2021)
31 maggio 2021