Parco della Sila: i pastori custodi al fianco dei volontari nella prevenzione incendi

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Da domani, giovedì 1º luglio, sino alla fine di settembre, il Parco Nazionale della Sila attiverà la campagna stagionale di presidio antincendio, grazie al fattivo supporto dei pastori custodi, che si aggiungeranno ad oltre duecento volontari, riuniti in dieci associazioni locali.

I dettagli dell’iniziativa sono stati convenuti in una recente riunione, svoltasi presso l’Ente Parco della Sila alla quale hanno partecipato il presidente Francesco Curcio, il direttore Domenico Cerminara, il responsabile del Servizio Conservazione Giuseppe Luzzi, il responsabile del progetto Aib (Anti Incendi Boschivi) Pietro Giorgio Ponte, e il tenente colonnello del Reparto Carabinieri Parco Nazionale della Sila, Angelo Battista Roseti.

«Le associazioni coinvolte in questa importante iniziativa, che va avanti da oltre dieci anni». ha sottolineato il direttore dell’ente parco Domenico Cerminara, «verranno coordinate dal Reparto Carabinieri Parco Nazionale della Sila, guidate dal tenente colonnello Angelo Battista Roseti».

«Quest’anno», ha proseguito Cerminara, «grazie a un accordo intercorso tra il Parco, il Gal Kroton e l’Agenzia Regionale degli Allevatori calabresi, le squadre di volontari verranno affiancate dai “pastori custodi”, i quali, a loro volta, garantiranno una presenza capillare sul territorio».

Alle associazioni e ai pastori custodi, che saranno dotati di pettorine e distintivi di riconoscimento, è stato richiesto di segnalare oltre gli incendi ogni comportamento vietato: dall’abbandono dei rifiuti ai campeggi abusivi, che oltre a comportare rischi di incendi sono purtroppo fonti di degrado ambientale e paesaggistico.

Dal canto suo il presidente dell’ente parco, Francesco Curcio, ha sottolineato l’importanza del presidio attivo e della tempestività di intervento: «Più è breve il lasso di tempo che intercorre tra l’innesco di un incendio e il relativo spegnimento, meglio è. Fondamentali sono, dunque, le segnalazioni che, anche quest’anno, proverranno dalle associazioni di volontari che, rispondendo all’avviso pubblico dell’Ente Parco, sono state scelte per salvaguardare e tutelare il nostro territorio».

C’è da aggiungere un fattore ulteriore, nella speranza che altri enti e amministrazioni locali prendano spunto dall’iniziativa calabrese: il pascolamento degli animali, soprattutto quello di capre e asini, anche in zone boschive – ovviamente gestito in maniera corretta – è il più importante dei fattori che intervengono nella buona gestione antincendio.

Quando il sottobosco è pulito, i tempi di propagazione degli incendi sono molto più lenti e, di conseguenza, gli interventi antincendio risultano più efficaci, veloci e meno onerosi in termini di personale e di mezzi impiegati. Uno dei tanti motivi per cui la pastorizia dovrebbe essere sostenuta anziché osteggiata, con norme, balzelli e vessazioni a cui è quotidianamente sottoposta.

30 giugno 2021