
Tre mesi ancora e saremo alla fine dell’anno, e con il suo approssimarsi le menti e i cuori di molte persone torneranno ad Agitu (Agitu Ideo Gudeta), la pastora e imprenditrice etiope titolare dell’azienda agricola La Capra Felice di Frassilongo, in provincia di Trento, che il 29 dicembre del 2020 venne barbaramente assassinata da un suo operaio.
Enorme è il dolore che l’omicidio di Agitu ha lasciato in tutti quelli che, come noi, l’hanno stimata fortemente per i valori – morali, sociali, etici e ambientali – insiti nel suo coraggioso progetto e nel suo fare quotidiano. La perdita della pastora lascia un vuoto incolmabile: nessuno potrà sopperire alla sua mancanza mai, nessuno riuscirà a lenire il dolore per un’assenza così grande.
Ciò che la comunità civile è riuscita a fare di concreto, dai primi giorni di quest’anno, è stata la raccolta di denaro operata attraverso il crowdfunding in sua memoria, per far sì che il lascito di Agitu non andasse disperso. La raccolta fondi, voluta da amici e conoscenti e sostenuta dalle autorità locali, ha superato nelle settimane scorse la soglia dei centomila euro. Per l’esattezza 106.753,89 euro, che sono stati versati su un conto corrente appositamente aperto presso la Cassa di Risparmio di Trento.
A comunicarlo, mercoledì scorso, 29 settembre, sono stati i membri del “Comitato per la gestione raccolta fondi per Agitu”, composto da padre Mussie Zerai Yosief, in rappresentanza della famiglia Gudeta, da Elisabetta Nardelli di Trentino Marketing, sua amica da anni, e dal notaio Paolo Piccoli, incaricato dal sindaco di Trento, Franco Ianeselli.
Attraverso una nota stampa, il comitato ha dato conto dell’utilizzo del denaro raccolto e dei propositi destinati a mantenere viva la memoria e i valori di Agitu. “Circa 4mila euro sono stati anticipati nel mese di gennaio per consentire ai familiari di Agitu di raggiungere Trento e soggiornarvi, e per sbrigare le pratiche relative al rimpatrio della salma”.
“Per capire quale sarà la destinazione d’uso della rimanente cifra”, hanno spiegato i componenti del comitato, “sarà necessario attendere il compimento del lavoro della curatrice dell’eredità giacente, avvocatessa Annarosa Molinari, nominata dal Tribunale Civile di Trento”. Di sicuro, conclude la nota, “il nostro intendimento è quello di comunicare e tenere informati tutti”.
Al momento, la dottoressa Molinari ha provveduto all’inventario e al collocamento provvisorio delle capre, con l’intento, tutt’ora in essere, di verificare la possibilità di una continuazione della iniziativa imprenditoriale di Agitu.
Un’azienda con un’eredità negativa, purtroppo
“Il lavoro della curatrice”, hanno precisato il membri del comitato, “è molto complesso anche perché l’eredità è negativa, per via dei mutui in essere (destinati alla ristrutturazione di un immobile in cui Agitu intendeva avviare una nuova attività) e per la mancanza di risorse finanziarie rilevanti”.
In questa non semplice situazione, il comitato sta verificando, in stretto contatto con la curatrice, tutte le ipotesi possibili, per individuare un soggetto che possa mantenere in vita il sogno di Agitu, nell’allevamento di capre e nella produzione dei derivati del loro latte (formaggi e prodotti di bellezza).
4 ottobre 2021