![Allevatore con bufala e figlia](https://www.qualeformaggio.it/wp-content/uploads/2022/01/0138D819-16FA-4EBB-BB32-D2BAC4D78360-300x200.jpeg)
Dopo un lungo periodo di prevaricazioni subite dal sistema amministrativo e sanitario della Regione Campania, gli allevatori bufalini del casertano vedono, finalmente, la possibilità di un concreto cambiamento. Gli abbattimenti di massa di capi sani (120mila in dieci anni), patiti a più riprese per pochi casi di brucellosi – e la conseguente chiusura di centinaia di allevamenti – potrebbero presto diventare il ricordo di un periodo di barbarie, di cieca imposizione, con l’ingresso nell’auspicabile era del dialogo e della ragionevolezza.
Aziende e territori sinora vessati da un sistema arrogante e autoritario, incurante dei diritti della base produttiva, potrebbero ora trovarsi davanti a uno scenario ben differente, frutto delle proprie lotte e rivendicazioni, e della compattezza di un movimento che negli ultimi mesi ha compiuto i passi giusti. Un movimento territoriale, appoggiato dalla gran parte dei propri sindaci e assessori, e sostenuto da un sindacato vero, libero dagli intenti speculativi che sono il marchio di fabbrica di quasi tutte le confederazioni agricole.
Un sindacato come Altragricoltura, che – a differenza di altre sigle – si dimostra in grado di fare ciò che davvero serve: sostenere gli agricoltori con idee, strumenti e azioni efficaci, e attuarli, per stanare la malapolitica (e il sistema di connivenze che la sostiene), mettendola di fronte alle proprie contraddizioni e ai propri errori. Per dire fermamente – e finalmente – “Ora parliamo noi. E voi stavolta ci ascoltate”.
Una settimana densa di azioni rilevanti
Le recenti iniziative attuate su questa vertenza hanno portato, all’inizio della scorsa settimana, i primi risultati concreti. Lo sciopero della fame degli allevatori Adriano Noviello e Peppe Pagano, iniziato l’11 gennaio, è stato interrotto al suo ottavo giorno, martedì 18, a seguito del primo segnale di apertura al dialogo, giunto dall’Amministrazione Regionale Campana.
![Gianni Fabbris](https://www.qualeformaggio.it/wp-content/uploads/2022/01/38931014-9C20-4FAC-BF39-2821DEA2E9B9-200x300.jpeg)
La conferenza stampa e l’incontro con l’assessore Caputo
La bella prova di organizzazione, unità e determinazione – ma anche di ragionevolezza – messa in campo martedì scorso a Caserta con la conferenza stampa presso il monumento ai Caduti, è stata l’occasione per tornare a chiedere alla politica il necessario cambio di passo, e a ribadire – uno ad uno – i punti che il movimento degli allevatori e i loro sostenitori e alleati hanno presentato da tempo.
Punti che sono stati oggetto di discussione e confronto nel pomeriggio di martedì in un incontro di oltre tre ore con l’assessore all’agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo. Al faccia a faccia con l’assessore e i suoi più stretti collaboratori hanno partecipato i rappresentanti delle otto associazioni che stanno operando nel Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino (più avanti per brevità “Coordinamento Unitario”), vale a dire Altragricoltura, Agrocepi, Associazione Amici della Bufala, Acli Terra Caserta, Associazione Tutela Allevamento Bufala Mediterranea, Confederazione Nazionale Artigiani Campania, Lega Allevatori Bufalini e SiAAB (Sindacato Agricoltori e Allevatori Bufalini).
L’incontro ha portato a un confronto di merito tutt’altro che semplice, ma decisamente utile, che ha permesso di approfondire diverse proposte, in parte condivise, tra cui – centrale – quella relativa all’avvio di un piano di vaccinazione per le bufale indenni. Piano che gli allevatori considerano come la condizione prima per implementare una strategia più complessiva della prevenzione.
L’apertura al dialogo della Regione Campania
L’assessore Caputo si è detto disponibile a verificare con la sua struttura tecnica e gli altri soggetti coinvolti la possibilità di introdurre nel piano la vaccinazione, circoscrivendola territorialmente e limitandola ai capi indenni fra i sei e i nove mesi.
Incassata una chiara apertura da parte della Regione e la piena disponibilità al dialogo, gli allevatori del Coordinamento Unitario, hanno richiesto ai due colleghi Peppe e Adriano di sospendere lo sciopero della fame, manifestando loro una forte gratitudine per quanto fatto per il raggiungimento degli obiettivi comuni.
Al termine di un’assemblea molto partecipata, tenutasi a Casal di Principe, gli allevatori hanno poi inviato un messaggio pubblico ai due colleghi: “Vi chiediamo di sospendere questa forma di lotta sapendo che ancora c’è molto da fare e che la mobilitazione deve continuare per arrivare ai risultati”.
“La lezione che ci arriva da questa esperienza delle ultime settimane”, proseguono gli allevatori, “è chiara a noi e a tutti: è grazie alla nostra iniziativa che stiamo riaprendo la speranza per il futuro delle nostre aziende e da oggi siamo tutti impegnati. Qui non ci sono solo due persone che fanno lo sciopero della fame ma una comunità intera che sta ritrovando la sua determinazione e la sua unità”.
I contenuti della proposta alla Regione Campania
Nella giornata di giovedì 20, con la convocazione degli “Stati Generali in Difesa del Patrimonio Bufalino”, gli allevatori hanno ufficializzato i contenuti del documento inviato all’assessore Caputo per rilanciare il comparto.
La loro proposta si articola su sedici punti organizzati in due sezioni: una prima in cui vengono avanzate in dettaglio le proposte precise sull’iniziativa principale da mettere in campo (vaccinazione, autocontrollo, tempistiche della profilassi, monitoraggio e confronto periodico) e una seconda relativa alle “misure strutturali”. Tra queste: indennizzi, mancato reddito, biosicurezza, misure per la valorizzazione della filiera, etc.
Il documento si conclude con l’invito a istituire una “Consulta partecipata per l’applicazione del piano” che si riunisca ogni tre mesi e che diventi il luogo in cui coinvolgere gli allevatori, i sindaci e le realtà sociali attive in un processo di monitoraggio e confronto.
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L’intervento di Gianni Fabbris (Altragricoltura)
Intervenendo nel merito e nel metodo, il leader di Altragricoltura, Gianni Fabbris, ha precisato che «oggi diamo corpo ad una proposta largamente condivisa dagli allevatori del territorio, coinvolti in un ampio processo di consultazione e confronto. La proposta è stata partorita nel percorso della mobilitazione e, per gli allevatori, è solo il punto di avvio di una fase nuova e non certo il punto finale di una vertenza che si svilupperà nel tempo».
«Molto andrà ancora messo in campo», ha aggiunto Fabbris, «per arrivare ad un risultato che offra una soluzione pienamente efficace. Il segnale è chiaro: stiamo offrendo alla politica l’opportunità – e per noi ne ha il dovere – di riaprire un percorso che abbia uno sguardo lungo e che non può continuare a rispondere con approssimazione a problemi complessi»..
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Gli Stati Generali in Difesa del Patrimonio Bufalino
In attesa di ricevere dalla Regione Campania i riscontri alla propria proposta e rendendosi disponibili per eventuali ulteriori approfondimenti e confronti, il Coordinamento Unitario continua a tenere in piedi la mobilitazione e ha già tenuto un secondo appuntamento degli Stati Generali in Difesa del Patrimonio Bufalino, sabato 22 presso la Reggia di Carditello, con grande partecipazione sia in presenza (per le limitazioni relative alla pandemia da Covid-19 la sala poteva contenere ottanta persone) che da remoto.
Per chi voglia valutare i lavori di sabato scorso presso la Reggia di Carditello (Stati Generali in Difesa del Patrimonio Bufalino), sul canale YouTube di Radio Iàfüe (la radio di Altragricoltura) è disponibile un video integrale degli interventi (purtroppo con un bug audio all’inizio del collegamento con l’assemblea).
Cosa attendersi adesso?
A questo punto giunge la fase forse più delicata della vertenza. Chi finora ha investito tutto sul “vecchio modello” accetterà il cambio di passo che chiedono gli allevatori? La Regione Campania saprà resistere al prevedibile assalto di quanti hanno interesse a mantenere lo status quo? Diciamo questo perché dietro alle scelte che hanno portato all’orlo del fallimento un intero comparto ci sono interessi precisi, che hanno condizionato anni di malapolitica.
Perché, in fondo, se centinaia di stalle hanno chiuso e se il territorio ha perso un migliaio di posti di lavoro, nel frattempo, il business della macellazione ha arricchito “qualcuno”, la filiera industriale del latte e della mozzarella si è espansa a discapito dei piccoli e medi allevatori e trasformatori, e l’apparato burocratico è cresciuto, non a caso, e in maniera abnorme.
Gli allevatori sembrano esserne consapevoli e sono in campo con capacità organizzativa e strategica. I prossimi giorni ci diranno se la loro lotta avrà saputo sconfiggere molti interessi speculativi costituiti o se la “battaglia” dovrà proseguire e – se sì – in quale direzione e con quali “armi”.
Come mantenersi aggiornati
Per saperne di più sulla lotta degli allevatori di bufala casertani e sugli sviluppi della loro vertenza vi invitiamo a seguire “Salviamo le bufale”, sezione del sito web di Altragricoltura, in continuo aggiornamento.
24 gennaio 2022