Le Università di Newcastle e Reggio studiano la transumanza verticale, in Aspromonte

Gregge di ovini con pastore
Gregge di ovini in transumanza sull’Aspromonte – foto dalla pagina Facebook “L’Altro Aspromonte”©

Occuparsi di transumanza – soprattutto dal punto di vista scientifico – implica la volontà di mettere sotto analisi una complessa pratica culturale che, dopo essersi modificata nel tempo, in alcune regioni tende ad estinguersi. A differenza di altre regioni che hanno già assistito al tramonto della transumanza, in Calabria si tenta un’operazione di rinascita che non parte dai suoi naturali attori, tutti dediti oramai a pratiche zootecniche stanziali, spesso estensive o semiestensive, ma da una delle università: quella di Reggio Calabria.

“Pratiche come la transumanza”, spiegano i responsabili dell’ateneo reggino, “che tendono a scomparire nel tempo, necessitano, per avere una vita duratura, dell’intervento di azioni istituzionali, concrete e durature nel tempo. Nonostante l’Unesco, nel 2019, abbia registrato tale pratica all’interno della lista del Patrimonio Culturale Immateriale, essa rischia di scomparire se non ci fosse un impegno costante nel valorizzarla”.

In questo senso viene presentata e si colloca, una ricerca internazionale avviata nel 2021 in Aspromonte dal Prof. Francesco Carrer, etno-archeologo della Newcastle University, che si occupa di cultura materiale attraverso l’indagine archeologica. In tale indagine si innesta il lavoro di ricerca del Prof. Gaetano Ginex, docente del DArTe (Dipartimento di Architettura e Territorio) dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria con la collaborazione del Dr. Alfonso Picone Chiodo, esperto del territorio.

L’approfondimento della materia da parte di questi ricercatori punta a rendere evidente l’importanza di un’azione costante e duratura nel processo di valorizzazione di una tradizione identitaria come quella della transumanza. Transumanza che in Calabria e per i calabresi, supera la dimensione di fenomeno socio-economico e socio-culturale, per rappresentare una pratica pastorale che in passato ha fortemente influenzato l’esistenza delle popolazioni locali.

Attraverso gli schemi concettuali dell’architettura, l’obiettivo principale del Prof. Ginex e dei suoi colleghi sarà quello di indagare gli insediamenti pastorali come i recinti in pietra e le altre forme di insediamento architettonico, tipiche del territorio della transumanza, che hanno influenzato lo sviluppo della pratica.

Lo studio di tale attività attraverso lo sguardo dell’architettura evidenzia l’interdisciplinarità della questione, “volta a comprendere”, sottolineano i responsabili dell’iniziativa, “non soltanto l’importanza del processo di valorizzazione al fine di una patrimonializzazione culturale della transumanza, ma anche a sintetizzare punti di vista disciplinari su tale fenomeno per mettere a fuoco gli aspetti purtroppo sbiaditi e quasi dimenticati della questione”.

In questo senso va sottolineato come le ricerche condotte dalle due università si intrecciano proficuamente, offrendo molte e interessanti sinergie.

L’Aspromonte in particolare dimostra di essere uno spazio paesaggistico in grado di influenzare notevolmente la morfologia della pratica transumante. In tale ottica l’Unesco stesso ha suddiviso in due tipologie la transumanza: quella delle terre che offrono aree pianeggianti (Puglia, Abruzzo, Basilicata), in cui ha trovato sviluppo la pratica “orizzontale”, che impegna pastori e animali in spostamenti che durano più giorni, e quella delle aree con dislivelli importanti e disponibilità di pascoli a breve distanza – come accade in Aspromonte – dove la pratica è di tipo “verticale”.

“Tale differenza”, continuano i responsabili dello studio, “non può che influenzare a sua volta anche le tipologie insediative e quindi il rapporto tra comunità e pratica”.

Gli studiosi dei due atenei sottolineano inoltre l’importanza di ricerche eseguite in passato da esperti come Nunzio Lacquaniti, Umberto Zanotti Bianco, Manlio Rossi Doria, Lucio Gambi, Giusepe Isnardi e altri ancora, autori di studi che – pur essendo datati – servono a capire come sia mutato il rapporto tra la pastorizia e il paesaggio e come questa pratica attualmente modelli la montagna calabrese.

Quanti vogliano approfondire la materia sono invitati a seguire la pagina Facebook “L’Altro Aspromonte” e il canale YouTube “Questo è Aspromonte”, entrambi ricchi di contributi su questo tema.

7 febbraio 2022