Langa astigiana e Val Bormida rilanciano il “capretto allevato con latte materno”

Capra con caprtto
foto La Masca soc. coop. a r. l.©

L’Unione Montana Langa Astigiana Val Bormida ha deciso di promuovere l’allevamento del capretto, “nell’ambito delle attività legate al turismo montano e in piena sintonia con le direttive comunitarie in tema di benessere animale”.

In un comunicato diffuso attraverso il proprio sito web, l’ente montano sottolinea i caratteri distintivi del prodotto, parlando di “Capretto allevato a contatto con la madre e alimentato con latte materno”, e questo perché si punta ad “ottenere un prodotto che vada a differenziarsi da quello d’importazione, e che quindi riesca a spuntare un prezzo adeguato”.

La valorizzazione del capretto nel territorio della Langa astigiana riporta alla mente l’epoca, non troppo remota, in cui la sua commercializzazione rappresentava un’importante fonte di reddito nei Comuni facenti parte della Unione Montana, in particolare quelli dislocati in alta collina e in montagna. Un’opportunità commerciale importante giungeva allora dal mercato di Monastero Bormida, frequentato a ridosso della Pasqua da commercianti locali, ma anche lombardi e liguri.

Le severe disposizioni sanitarie introdotte alla fine del secolo scorso posero un deciso freno alla commercializzazione dei capretti, e interruppero un’attività ben redditizia per allevatori, macellai e commercianti. Larga parte di questi ultimi virarono su prodotti d’importazione, di qualità e prezzo inferiori rispetto alla produzione locale; la commercializzazione di quel prodotto da parte della Gdo fece il resto.

I primi anni di questo secolo però registrarono una sostanziale tenuta dell’allevamento caprino, in special modo grazie alle produzioni lattiero-casearie; il crescente successo della Robiola di Roccaverano portò ad una situazione complessivamente buona che il comparto vive ancor oggi. 

La valorizzazione del capretto, quindi, potrebbe portare con sé un ulteriore buon impulso per le aree agricole, permettendo alle aziende di competere con gli operatori di altri canali commerciali, e incentivando un interessante sviluppo del turismo gastronomico.

Nelle intenzioni dei suoi promotori, il progetto del “Capretto allevato a contatto con la madre e alimentato con latte materno” potrebbe offrire benefici ad allevatori e macellai locali, e garantirebbe ai consumatori l’opportunità di acquistare carni uniche per genuinità e sapori.

Dal punto di vista promozionale, il progetto prevede il coinvolgimento delle emittenti Radio ValleBelbo National Sanremo e Telecupole, ma anche l’utilizzo di pieghevoli, dépliant e attività conviviali. Tra queste ultime, una cena dedicata alla filiera caprina è in calendario venerdì prossimo, 25 marzo, presso l’Agriturismo San Desiderio di Monastero Bormida.

L’elenco delle undici aziende agricole coinvolte è disponibile sul sito web dell’Unione Montana Langa Astigiana Val Bormida.

21 marzo 2022