Lagorai: nuove strutture fisse per difendere le greggi, ma per risolvere serve altro 

Un “bivacco” per pastori, nel Lagorai
foto Provincia Autonoma di Trento©

La Provincia Autonoma di Trento corre in soccorso dei propri pastori, avviando un piano di realizzazione di postazioni fisse di guardiania in legno – denominate bivacchi – che gradualmente sostituiranno i box metallici precedentemente installati sugli alpeggi. Nelle intenzioni dell’amministrazione provinciale le strutture consentirebbero ai pastori di presidiare giorno e notte e con un buon livello di comfort i propri animali al pascolo.

Un nuovo bivacco è stato inaugurato lunedì scorso, 17 ottobre, in località Sette Laghi, nel comune di Torcegno, dal Servizio Foreste della Provincia autonoma di Trento. Come spiegato in una nota stampa dalla Provincia, si tratta di “un’importante opera di prevenzione per la gestione dei grandi carnivori, destinata principalmente all’accoglienza dei pastori che accompagnano il bestiame in quota”.

Il bivacco, realizzato in larice, occupa una superficie di nove metri quadrati e 35 metri cubi e prende il posto del box in acciaio che in precedenza veniva elitrasportato in quota all’inizio di ogni stagione d’alpeggio.

“Il bivacco”, spiega la nota stampa, “è una struttura che garantisce benessere e comodità ai pastori: al suo interno sono presenti una stufa ed arredi forniti dalla società allevatori di Ronchi Valsugana, mentre non sono stati realizzati impianti tecnologici e servizi igienici” (il perché rimane sinceramente oscuro, ndr).

“I lavori di realizzazione”, assicurano i suoi artefici, “sono stati curati nel rispetto di tecniche, modalità esecutive e finiture tradizionali del luogo”. Il materiale per la sua costruzione è stato consegnato in parte su gomma e in parte con elicotteri del Corpo dei Vigili del Fuoco di Trento.

Una prima fase di realizzazione, attuata, riguarda l’installazione di cinque bivacchi su un totale di sedici, che sostituiranno gradualmente altrettanti box distribuiti sul territorio provinciale durante le ultime stagioni estive.

A seguito dell’installazione di lunedì scorso, si è svolto in loco un sobrio momento inaugurale, alla presenza dell’assessore provinciale alle foreste Giulia Zanotelli, dei sindaci Federico Maria Ganarin di Ronchi e Daniela Campestrin di Torcegno, dei rappresentanti dei Servizi Foreste e Faunistico, e della giovane pastora Giorgia Borgogno, che quest’estate ha gestito in quei luoghi una cinquantina di bovini.

«Prosegue così», ha sottolineato l’assessore Zanotelli, «l’impegno dell’Amministrazione provinciale sul fronte dei grandi carnivori, anche per migliorare le condizioni di lavoro degli allevatori e dei loro collaboratori, favorendo l’avvicinamento dei giovani a questa attività».

L’assessore ha ringraziato il personale forestale che si è occupato della realizzazione dell’opera, oltre agli agenti del Corpo Forestale del Trentino che presidia il territorio e in quella zona si occupa anche della gestione del lupo. 

«A livello nazionale», spiega Zanotelli è in fase di discussione il nuovo “Piano lupo”, per la cui approvazione è necessario il voto favorevole di tutte le Regioni: crediamo che le buone pratiche di prevenzione promosse in Trentino, che sta facendo da apripista a livello nazionale nella realizzazione di queste strutture, siano sostenute concretamente dallo Stato. In questo modo, iniziative come questa potranno diffondersi ulteriormente“.

Sulla località Sette Laghi, bisogna specificare che essa non è stata scelta a caso: in quel territorio gravita da tempo uno dei ventisei branchi di lupi attualmente presenti in Trentino. “Le opere di prevenzione, con la fornitura di reti elettrificate e cani da guardiania, racconta la nota stampa, “ha consentito nel 2022 una flessione del numero di predazioni”.

Per proteggere la pastorizia dai predatori serve altro

Strano, perché stando a sentire le denunce fatte dai pastori, che grazie ai social media superano i confini dei bar locali, c’è chi giura che siano aumentate, sia per l’inefficacia delle dotazioni fornite (in presenza di terreni sassosi le recinzioni sono spesso inutilizzabili, ndr), sia per l’aumento della popolazione lupina.

A proposito dell’apprezzamento manifestato dai pastori per i bivacchi (qui espresso dalla pastora Giorgia Borgogno, in un video), solo il tempo potrà dire se le scelte attuali si riveleranno efficaci o meno: il fatto che le postazioni siano fisse e che il pascolamento abbia in sé una naturale e spiccata dinamicità (a forza di brucare, l’erba finisce, e il gregge deve essere spostato, ndr) rischia di rivelare prima o poi dei limiti a cui l’amministrazione trentina potrebbe essere chiamata a porre rimedio.

Purtroppo il ritardo maggiore sul fronte dei grandi predatori è quello di chi – amministrando territori, popolazioni ed economie locali – non trova il coraggio di prendere il toro per le corna e di affrontare l’ineluttabile necessità di un contenimento delle specie più dannose.

24 ottobre 2022