Euromontana: “La montagna sia una priorità politica con strategie per i giovani”

Vacche al,pascolo
foto Euromontana©

La 12ª edizione della Convention Europea della Montagna, organizzata da Euromontana dal 25 al 27 ottobre scorsi a Camigliatello Silano e organizzata da Euromontana, ha dato vita al documento conclusivo “Sila Declaration – Smart mountains” (Dichiarazione della Sila – Montagne Intelligenti”), che traccia le linee guida della futura gestione delle terre alte nel Vecchio Continente.

In poche parole, il futuro delle montagne europee sarà caratterizzato da un’innovazione digitale che manterrà forti legami con la tradizione, puntando all’innovazione e al rientro dei “cervelli in fuga”, ovvero al coinvolgimento delle nuove generazioni. La pubblicazione è disponibile sul sito web di Euromontana, associazione europea multisettoriale per la cooperazione e lo sviluppo delle aree montane.

Il documento traccia i contorni di un futuro sostenibile, a patto che essi entrino nelle priorità politiche, con finanziamenti speciali dedicati alle iniziative di “smart mountains”. Un futuro che parte dalla montagna che non ti aspetti, ovvero da vette di duemila metri in pieno Mediterraneo, a due passi dal mare di Calabria.

«La Sila», spiega Mario Grillo del board di Euromontana, «rappresenta la montagna antropizzata mediterranea. Non si è mai scesi fin quaggiù, a queste latitudini, per realizzare una conferenza internazionale sulla montagna. E se stavolta è successo è perché qui l’uomo è stato resiliente, si è “inventato” delle attività per potervi restare, ha valorizzato dei prodotti della montagna».

“Il messaggio che abbiamo voluto lanciare da Camigliatello Silano», prosegue Grillo, «è che si devono rendere i nostri territori montani più attrattivi e resilienti di fronte alle transizioni sociali, economiche e ambientali. E per farlo bisogna ripensare e riprogrammare da qui a venti anni quelle che sono state le strategie finora attuate per la montagna e per le attività che vi insistono».

Secondo Grillo «la presenza dell’uomo in montagna è fondamentale. La strategie delle aree interne vuol far sì che sia sostenibile e soprattutto evitare lo spopolamento delle montagne con tutte le conseguenze negative che questo comporta».

Secondo il documento scaturito dalla convention “sebbene le aree montane siano diverse in Europa, a livello paneuropeo devono affrontare numerose sfide ambientali, sociali, economiche e migratorie che hanno un impatto non solo sulle comunità che vivono in queste aree, ma anche sul ricco ambiente naturale che le caratterizza. Spesso remote e rurali, le comunità montane hanno a che fare con infrastrutture e tecnologie insoddisfacenti, sono fornite da servizi di base e troppo spesso mancano di opportunità di lavoro e di istruzione per le giovani generazioni. Ciò si è tradotto negli anni in una fuga di cervelli e in un calo della popolazione».

“Tuttavia, le aree montane”, sottolineano ancora da Euromontana “sono anche territori che offrono opportunità, non solo all’interno delle stesse, ma anche per l’Europa, grazie ai numerosi servizi ecosistemici che forniscono. I territori montani sono infatti fornitori di materie prime per le filiere e possono svolgere un ruolo chiave nella transizione energetica”. Producono infatti cibo sano e genuino, sono importanti per la biodiversità e per lo stoccaggio di carbonio.

Infine, “la pandemia causata dal Covid-19 ha creato un nuovo modo di vivere, facendo riscoprire le possibilità che le comunità montane possono offrire. E soprattutto, i territori montani sono caratterizzati da una forte identità e senso di comunità dove i giovani vogliono vivere, come dimostra l’indagine di Euromontana pubblicata nel gennaio 2022”, sottolinea ancora il documento.

Serve un cambio di passo, e serve adesso

“A questo punto”, sostiene Euromontana, “serve un cambio di passo per creare le condizioni ideali per cogliere queste opportunità e rendere le montagne più attraenti e, allo stesso tempo, più resilienti alle sfide socio-economiche e ambientali che si trovano ad affrontare. In questo contesto, la nostra visione di “smart mountains ” è legata alla montagna che utilizza le potenzialità della digitalizzazione e dell’innovazione sociale ed economica radicata a livello locale per superare le sfide e creare nuove opportunità in un contesto di transizione sociale, economica e ambientale”.

Le “smart mountain” cercano in sostanza di diventare territori resilienti che si adattano agli impatti del cambiamento climatico, contribuiscono alla sicurezza alimentare ed energetica e si basano su un’economia diversificata, orientata al futuro. Le “smart mountain” si sforzano di diventare territori attrattivi, in grado di fornire posti di lavoro, una buona qualità della vita sia per i giovani che per gli anziani. Infine una migliore connessione con le aree urbane per i propri abitanti”.

“Senza programmazione non si va da nessuna parte”

Per tutto ciò, conclude Grillo, «oggi serve una Pac “mirata” sulla montagna, capace di sostenere chi vi fa turismo. Per quanto riguarda i giovani, serve un Psr della montagna interamente dedicato a loro. Questo perché la montagna di per sè è un settore, un luogo con caratteristiche svantaggiate perchè hai una sola stagione, e non quattro, per lavorare. Ed è per questo che bisogna ripensare e riprogrammare da qui a vent’anni quelle che sono state le strategie finora attuate per la montagna e per le attività che vi insistono, come agricoltura e turismo, per far sì che sia raddrizzato il tiro per essere veramente centrali come attività primaria. L’agricoltura è il settore primario ma se non c’è una programmazione seria a livello europeo non si va da nessuna parte».

5 dicembre 2022