Cani da guardiania: servono i cartelli dissuasori per avvisare i ciclisti del pericolo

pastore abruzzese – foto Sl-Ziga© Creative Commons License

Una serie di denunce, presentate alle autorità competenti da escursionisti e cicloturisti spaventati dall’aggressività di cani da guardiania (che difendono i propri animali nei loro territori), ha portato nei giorni scorsi il Prefetto di Pisa a richiedere ai Comuni interessati – Volterra e Pomarance – d’intervenire per evitare che tali situazioni si ripetano.

Il fenomeno altro non è che la diretta conseguenza delle predazioni che gli allevatori continuano a subire – sempre più gravi e frequenti – da parte di un numero crescente di lupi e di ibridi di lupo. Una situazione di fronte alla quale i sistemi di difesa non possono non essere potenziati: dalle recinzioni ai cani da guardiania, al ricovero notturno delle pecore, al chiuso.

Tre almeno, quindi, i fattori di disagio che si ripercuotono su chi alleva: perché l’adeguamento delle infrastrutture (recinzioni, adeguamenti di stalle non concepite per essere bunker) non viene finanziato che in parte, perché il mantenimento dei cani ha costi importanti, e ancora perché le pecore vivrebbero molto meglio all’aperto che non al chiuso, dove di notte sono ormai costrette. Tutto questo lo pagano, non solo in termini economici ma anche di pressione psicologica, gli allevatori.

Nessuno o quasi, nel frattempo, sembra preoccuparsi di tutto ciò, né tantomeno dei casi in cui le predazioni avvengono in prossimità dei centri abitati e riguardano altri selvatici (caprioli, cinghiali, ecc.) o cani che, per loro “sfortuna”, disponevano di un giardino. Nessuno pensa – se non i diretti interessati – che di questo passo neanche i bambini si potranno permettere di stare in giardino né di giocare con un amico in un parco pubblico.

Di fronte a tutto ciò nessuno sembra capire – o preoccuparsi del fatto – che anche gli episodi subiti da escursionisti e cicloturisti sono la diretta conseguenza dell’eccessiva protezione di cui il lupo – animale non più a rischio d’estinzione – gode: il cane percepisce l’estraneo come un pericolo e naturalmente gli si avventa e gli abbaia contro.

Sulla vicenda è intervento Stefano Berti di Cia Etruria: «Nelle ultime settimane si sono registrati alcuni attacchi di cani da guardiania a ciclisti e a persone che stavano camminando in campagna. Non si tratta di cani randagi, ma di animali che gli allevatori stanno utilizzando per proteggere le loro greggi. Sono animali di mole maggiore rispetto ai cani da conduzione, cani che debbono tenere testa ai continui assalti portati agli allevamenti da branchi di lupi o di ibridi; episodi che ormai nella zona di Volterra e della Valdicecina avvengono a cadenza sempre maggiore».

«La situazione», prosegue Berti, «è complessa e delicata: da un lato va salvaguardata l’incolumità delle persone, dall’altro dobbiamo salvare le aziende zootecniche, ormai allo stremo. I pastori vivono in un quadro di totale disperazione: i predatori attaccano praticamente ogni settimana, c’è chi ha venduto il bestiame, e chi si accinge a farlo. Stiamo parlando di persone – gli allevatori – che debbono difendersi per preservare i loro animali e le loro attività. I cani da guardiania non possono essere legati: di fronte a lupi e ibridi di lupo devono potersi muovere senza costrizioni, e debbono esserci, perché gli attacchi sono sempre più frequenti».

Cartello di avviso “cani da guardiania”
In passato la Regione Toscana ha fatto realizzare e installare la cartellonistica che segnala la presenza di cani da guardiania. Perché non farlo anche in Valdicecina adesso?

Verso un tavolo di concertazione

Di sicuro non c’è tempo da perdere: le decisioni dovranno essere trovate attorno a un tavolo. Le parti in causa organizzeranno presto una riunione a cui parteciperanno una delegazione di pastori, tecnici, rappresentanti di enti locali, per decidere assieme il da farsi. Probabilmente e finalmente verrà richiesta l’installazione di cartellonistica che la Regione Toscana ha già realizzato in situazioni analoghe, con buoni risultati: informare adeguatamente escursionisti e ciclisti della presenza di un pericolo porterà i suddetti cittadini a cambiare itinerario, ma soprattutto ad evitare un rischio. E non si dica che una tale misura sia una limitazione delle libertà personali: di fronte alle interminabili costrizioni a cui allevatori e pastori sono stati costretti in questi anni, si abbia almeno il buonsenso di tacere.

16 gennaio 2023