L’ostilità contro i pastori transumanti si ripete. Ancora una volta un sindaco, o per meglio dire una sindaca, ha deciso di sbarrare la strada al passaggio delle greggi nel Comune amministrato, che questa volta è Sandrigo, nel vicentino.
A stabilire il divieto, giovedì scorso, 16 marzo, è stata un’ordinanza con cui la prima cittadina, Marica Rigon, ha imposto il divieto permanente di pascolo vagante in tutto il territorio comunale, sino alla fine del 2024.
“L’attività di pascolo di ovicaprini”, recita l’ordinanza, “con il sistema della transumanza è stata identificata tra le principali pratiche agricole individuabili come potenziali fattori di pressione, cioè potenziale causa di interazione negativa diretta e indiretta con l’habitat di interesse comunitario”.
Il documento, formato dalla sindaca, parla inoltre di un “continuo arrivo di nuove richieste, pur legittime, che comportano un aggravio di lavoro per l’emissione di nuove e relative ordinanze di diniego”. Motivo del muro contro muro, a quanto pare, ci sarebbero anche diversi ritrovamenti di carcasse e lana abbandonati nel 2022 nell’alveo del fiume Astico, gravate sulle casse comunali per vari interventi di rimozione e smaltimento.
Ad essi vanno sommate le denunce di proprietari di terreni per pascolo abusivo e di comuni cittadini per la (reale o presunta?) pericolosità nella circolazione stradale. A queste motivazioni l’amministrazione comunale di Sandrigo aggiunge le non poche lamentele dei perbenisti (che davvero non mancano mai, ndr), a causa delle strade “sporcate” dal passaggio delle greggi.
La condanna del presidente di Ara Veneto
Sulla vicenda è intervenuto il presidente dell’Ara (Associazione Regionale Allevatori) del Veneto, Floriano De Franceschi: «Non è mai una bella cosa decidere di bloccare un’attività, soprattutto se consideriamo che sono sempre più i giovani che si dedicano alla cura delle greggi».
«Partendo dal presupposto che i pastori», ha aggiunto è concluso De Franceschi, «dovrebbero rispettare le normative e che certi comportamenti meritano di essere condannati, ritengo che non sia giusto fare di tutta l’erba un fascio. Sarebbe corretto, a mio parere, identificare i responsabili dei singoli episodi, affinché essi e non altri rispondano delle proprie azioni».
22 marzo 2023