
Quella di giovedì 23 marzo scorso è stata per gli allevatori casertani di bufale una giornata storica: la Commissione Europea ha infatti accolto la loro petizione, depositata nel dicembre scorso contro lo sterminio di bufale che a partire dal 2011 ha portato al macello 140mila animali. Bufale sane, sospettate dal sistema sanitario campano di aver contratto la brucellosi e la tubercolosi; animali che in grandissima parte sono risultati negativi agli accertamenti post-mortem.
«Siamo soddisfatti di aver raggiunto questo primo e importante risultato», questo il commento a caldo dell’eurodeputato Piernicola Pedicini, che dalla prima ora sostiene le istanze degli allevatori. «Il nostro obiettivo», ha aggiunto Pedicini, «è ottenere un intervento della Commissione rivolto direttamente alla Regione Campania, per fermare questo massacro ingiustificato e privo di ogni fondamento».
Ora la petizione richiede un intervento concreto dell’Europa su quello che viene descritto come il “caso Campania”: tutti i cittadini europei potranno firmarla e le prime adesioni sono già arrivate proprio dai parlamentari europei, per quella che il tedesco Peter Jahn ha definito “una battaglia di legalità”.
L’intervento in aula dell’avvocato Di Tella
La svolta nella riunione di giovedì ha coinciso con l’intervento in aula dell’avvocato Francesco Di Tella, in rappresentanza del Coordinamento Unitario Tutela Patrimonio Bufalino. Dopo aver rivolto ai parlamentari presenti un accorato appello e nonostante la formale moderazione del funzionario di turno (Laslo Kuster, dell’Unità Salute Animale della Commissione, che ha ripetuto il vecchio ritornello secondo cui “la Commissione fa i Regolamenti ma le Regioni e gli Stati li gestiscono”) Di Tella ha incassato dai parlamentari presenti l’unanime adesione alla raccolta delle firme, attraverso la petizione.
Dunque, proprio la petizione – accolta e sostenuta dalla politica europea – assume ora appieno le proprie funzioni di strumento democratico e popolare in grado di sollecitare i cittadini a esprimersi su quello che Pedicini in aula ha definito lo “scandalo assurdo dell’inutile massacro delle bufale casertane”.
Ad inquadrare le malefatte della Regione Campania in questa vicenda sono arrivati i diversi e argomentati interventi di chi conosce la vicenda a fondo. Interventi che hanno messo in evidenza il rilevante spreco di risorse pubbliche europee operato dalla mala gestione dell’ente regionale, l’incapacità reiterata degli stessi attori di non saper risolvere il problema ma anche e soprattutto che “ciò che sta accadendo in Campania è in contrasto diretto con le scelte europee non solo in materia sanitaria ma anche di sviluppo”.
«Mentre l’Europa punta a favorire l’occupazione e lo sviluppo in aree come quelle del Sud Italia investendo in Misure e Piani», ha sottolineato Pedicini, «in Campania si utilizzano le risorse pubbliche per distruggere un comparto e creare disoccupazione e arretramento nell’intera Provincia di Caserta».
La petizione nelle parole di Noviello e D’Agostino
«La petizione», ha aggiunto il presidente dell’Associazione di tutela della bufala mediterranea, Adriano Noviello, «sarà una grande occasione di controinformazione ma servirà anche ad accendere i riflettori su quanto sta accadendo. È nel silenzio e nella disattenzione che finora si è consumato il disastro e, dunque, nel convincimento che nessuno si sarebbe interessato a quanto sta accadendo. Il Coordinamento, con la sua iniziativa sta dimostrando che, al contrario, ogni volta che si riesce a fare chiarezza i cittadini pesano nelle scelte». E «la campagna per la raccolta delle firme», si dice certo il referente dell’Associazione Lega Bufalina Pasquale D’Agostino,«sarà uno strumento in più per coinvolgere e far esprimere la gente».
L’Europa si muove nei confronti della Regione Campania
Il valore della giornata non è solo in questa decisione ma in un passaggio che il Coordinamento in Difesa del Patrimonio Bufalino sottolinea sul sito web di Altragricoltura: “con la proposta dell’Europarlamentare tedesco Peter Jahr (Democratici Cristiani – Gruppo del Partito Popolare Europeo) e con la firma congiunta dei parlamentari italiani Piernicola Pedicini e Rosa D’Amato, è stata proposta alla Commissione Peti (Committee on Petitions, ndr) di impegnare la Commissione Europea a inviare una nota scritta alla Regione Campania e al Governo Italiano, riportando il giudizio fortemente negativo sul Piano e la delibera 104/20 e richiamandoli a reimpostare le azioni sulla base della Direttiva Europea 689/20 e i regolamenti comunitari”.
Non si esclude la procedura d’infrazione
A delineare infine le possibili azioni nei confronti degli enti responsabili ha provveduto l’europarlamentare Rosa D’Amato, sottolineando che la Commissione si potrà spingere «sino a mettere in campo una procedura di infrazione nei confronti di Regione Campania e Governo Italiano, perché – se dopo i molti richiami già fatti dalla Commissione, dopo le raccomandazioni di applicare le vaccinazioni e l’autocontrollo sempre ignorate, dopo i numeri che certificano i risultati fallimentari – allora bisogna andare sino in fondo, per riportare la corretta gestione delle istituzioni in quel territorio».
29 marzo 2023