Ancora un caseificio cessa l’attività, e non a seguito della crisi economica che picchia duro il nostro settore, ma per la lontananza dei figli, che hanno preso strade diverse da quella dei genitori. Un altro caseificio rischia di chiudere, con la sua stalla, senza però l’assordante silenzio che in genere accompagna vicende come questa.
A prendersi il merito di aver dato risalto alle vicissitudini della Capreria Montegalda – questo il nome dell’azienda, biologica – è stato Il Giornale di Vicenza, che domenica scorsa, 7 maggio, ha pubblicato l’articolo “«Non trovo successori». Storico caseificio rischia lo stop”, in cui il 65enne titolare, Enrico Grandis, e la moglie Laura presentano la loro azienda, ne spiegano le vicissitudini e lanciano un accorato appello.
Caseificio e stalla, che in passato ha ospitato sino a trecento capre, poi ridotte a centoquaranta, hanno una storia di trent’anni, con un percorso segnato dall’apprezzamento del mercato e dal crescente successo, in termini di riconoscimenti e vendite. Un successo che i due coniugi non possono più gestire come un tempo, un po’ per l’età che avanza, un po’ per la crescente domanda, sempre più difficile da soddisfare, con i due figli impegnati altrove, in differenti attività e con le nuove rispettive famiglie.
Nonostante due collaboratori, l’impresa non riesce a marciare come dovrebbe, e di possibili successori non se ne vede neanche l’ombra: troppo difficile da gestire un’azienda che dal latte produce formaggi, li accudisce, li confeziona e li vende. Troppo difficile per i giovani di oggi, a quanto pare, già che alle parole di interesse pronunciate da qualcuno non è seguito nulla di concreto.
A questo punto le speranze dei due sono al lumicino: servono capacità e sacrificio, creatività e determinazione: doti che i due titolari hanno senza dubbio avuto, come altri di loro, negli anni Novanta, per creare aziende come questa. Doti che adesso, si chiede Grandis, forse non sono nel Dna delle giovani generazioni.
La speranza di Laura ed Enrico è che qualcuno – grazie alla risonanza ottenuta dall’articolo del quotidiano veneto – si faccia avanti, con tutta la responsabilità e le capacità che un’azienda modello come la loro merita di avere da chi eventualmente la rileverà. Noi di Qualeformaggio, rivolgendosi ad un mercato più settoriale e meno circoscritto localmente, speriamo di dare alla famiglia Grandis una mano affinché il giusto passaggio di testimone possa finalmente avvenire.
10 maggio 2023