
Il sapore dei prati è buono e fa bene e non è mai uguale a sé stesso. Varia da luogo a luogo, e nel medesimo luogo muta da stagione a stagione, attraverso i cicli stagionali che vedono l’erba – anzi le erbe – trasformarsi crescendo, maturando, fiorendo, e appassendo.
Se n’è parlato in più occasioni e per quattro giorni a Bra, nel corso della 14ª edizione del Cheese, da venerdì 15 a lunedì 18 settembre scorsi, analizzando e dibattendo di zootecnia estensiva, animali da latte e pastori, osservandoli da ogni punto di vista possibile: sociale, ambientale, agronomico, zootecnico. E politico, ovviamente.
E grazie anche alla partecipazione di un pubblico vasto e appassionato e di molti e illustri accademici, specialisti e operatori giunti da ogni parte d’Italia e dall’estero, si è giunti alla nascita del “Manifesto dei prati stabili”, presentato in questi giorni da Slow Food, che ognuno di noi e di voi è chiamato a sottoscrivere, come cittadini e cittadine, come aziende, come enti.
«Tutelare i formaggi che nascono dai prati stabili e dai pascoli», ha spiegato bene la presidente dell’associazione, Barbara Nappini, inaugurando la manifestazione, «è una dichiarazione d’amore per il futuro, perché queste produzioni lattiero-casearie possono dare risposte importanti alle questioni ambientali, sociali ed economiche che tutti ci troviamo di fronte».
Ma come si fa a tutelare i prati stabili? Con la cura. I prati stabili non sono arati, seminati, trattati con la chimica di sintesi, ma non sono neppure selvatici. Non possono essere abbandonati, devono essere gestiti, richiedono attenzione e competenza. Fanno parte di un delicato sistema agro-silvo-pastorale che vede protagonisti uomo e animali e al cui centro ci sono i pastori, che si occupano dei pascoli, della fienagione, che vivono e mantengono in vita la montagna. Ma per poterlo fare, hanno bisogno di contare su un reddito sufficiente.
«La politica», puntualizza il fondatore di Slow Food, Carlin Petrini, «ha il dovere di sostenere chi lavora bene. I comportamenti virtuosi devono essere retribuiti in modo equo. Non si può più parlare di qualità senza pagarla, ripetere che siamo i migliori del mondo e giocare invece al ribasso. Il diritto alla qualità spetta a tutti, ma abbiamo il dovere di riconoscere il giusto valore, perché il lavoro che fanno i pastori, in primis, di cura dell’ecosistema e di rivitalizzazione delle zone impropriamente dette marginali, non ha prezzo».
«Slow Food», rilancia Nappini, «si impegna per i prossimi anni a mappare i prati stabili italiani e a fornire ai consumatori gli strumenti per riconoscere i prodotti che ne derivano. Alle istituzioni chiediamo di rendere accessibili i pascoli ai giovani, migliorando i servizi nelle aree interne, e agevolando il loro lavoro».
Chiamato in causa in quanto a capo del dicastero agricolo e per di più presente all’inaugurazione, il ministro Francesco Lollobrigida non si è potuto esimere dal rispondere: «Non tutti, nel mondo, hanno avuto la fortuna di aver conosciuto i valori legati al cibo. Noi abbiamo il dovere di spiegarlo e raccontarlo. Feuerbach sosteneva “Noi siamo quello che mangiamo”. Da qui deriva l’importanza del benessere dell’animale. La differenza del singolo formaggio, come della singola carne, è data da quello che ha mangiato l’animale e da come è stato curato. Questa manifestazione ha raccontato, fin dall’inizio, l’importanza della qualità del nostro modo di vivere più che del nostro modo di mangiare. Una componente essenziale, una ricchezza da proteggere e valorizzare contro sistemi di etichettatura fuorvianti e, al tempo stesso, candidando la cucina italiana a patrimonio dell’Unesco».
Speriamo adesso che alle parole di circostanza seguano i fatti, concreti, e che le molte e inderogabili istanze che durante il Cheese sono state avanzate a chi ci governa vengano ascoltate e accolte. Speriamo che alle parole dell’ufficialità seguano i fatti, da parte di un Governo che, se davvero ha a cuore la Sovranità Alimentare – per la prima volta inserita nella denominazione del ministero agricolo – avrà mille occasioni per dimostrarlo.
20 settembre 2023