Il sogno di Agitu al centro di un nuovo progetto caseario in Burundi

Agitu Ideo Gudeta
Agitu Ideo Gudeta – foro La Capra Felice©

Il sogno di Agitu torna in Africa. Il progetto dell’associazione Melograno di Brentonico, in provincia di Trento, di trasferire la produzione casearia della pastora e ambientalista etiope – emigrata in Italia nel 2010 e in Italia uccisa da un suo operaio il 29 dicembre del 2020 – si concretizza.

Attivi da anni nell’Africa Subsahariana, i volontari di Melograno finalizzano così i molti mesi di attività tesi alla realizzazione di un caseificio nel Burundi, uno dei cinque Paesi più poveri del Mondo. 

L’idea originaria – di creare un consorzio di allevatrici e allevatori – si è concretizzata nella forma del caseificio sociale, con l’adesione di oltre quattrocento produttori che forniranno almeno una metà del latte munto giornalmente (circa 750 litri di latte). Un latte che sinora rappresentava un’eccedenza, in quanto non venduto, e che ora, grazie alla caseificazione, potrà dare un nuovo impulso alla fragile economia di quella comunità rurale.

Nei giorni scorsi la caldera di Agitu è arrivata a destinazione, trasferita nella nuova sede per riprendere presto a realizzare formaggio. La prima produzione, che verrà avviata grazie alla consulenza del casaro Orazio Schelfi di Brentonico, è in calendario per la prossima settimana: al momento non si sa di quale tipologia casearia si tratti ma solo che i formaggi saranno a forma di cuore, nel ricordo di Agitu.

L’obiettivo del progetto è quello di ricordare il lascito della pastora etiope, simbolo dell’attivismo in campo ambientale, di lotta per i diritti del mondo rurale, di integrazione dei rifugiati nella società italiana.

Emigrata in Italia a causa del suo attivismo politico contro il landgrabbing – l’accaparramento di terre da parte dei militari per conto di società straniere – Agitu consegui la laurea in Sociologia presso l’Università degli Studi di Trento per tornare poi nel suo Paese, dove fu coinvolta nelle proteste ad Addis Abeba contro l’industrializzazione non regolamentata e l’accaparramento di terre da parte del governo etiope per conto di società internazionali.

Nel 2010 fuggì dal conflitto ed emigrò in Italia come rifugiata, tornando in Trentino, dove apprese le metodiche dell’agricoltura e della zootecnia locali. Grazie alle conoscenze ricevute dalla nonna materna, fondò, prima in Val di Gresta e poi in Valle dei Mocheni, “La Capra Felice”, un allevamento di capre tornando a dar vita ad un terreno comunale in stato di abbandono.

Negli anni, la sua azienda agricola si affermò per la produzione di formaggi caprini e prodotti di bellezza a base di latte di capra Pezzata Mòchena. Nel 2015 vinse il premio della Resistenza Casearia indetto da Slow Food.

Il 29 dicembre di tre anni fa Agitu venne uccisa all’età di quarantadue anni nel suo appartamento di Frassilongo, attiguo alla stalla e al caseificio. Ad ucciderla fu il suo operaio, il ghanese Adams Suleiman, al termine – sembra – di un alterco per motivi di lavoro.

11 ottobre 2023