
Prosegue la vertenza degli allevatori della provincia di Caserta, attanagliati dalla mala gestione pubblica della brucellosi bufalina. Allevatori che nell’ultimo mese hanno saputo captare le istanze dei colleghi siciliani, alle prese con la grave situazione della tbc bovina, portando nell’isola le loro parole d’ordine, la loro determinazione ad affermare le proprie sacrosante ragioni, a qualsiasi costo e sempre con il più ampio rispetto della legalità.
Lunedì scorso, 13 novembre, al tempo stesso in cui preparavano due assemblee pubbliche a Casal di Principe, nel casertano, e ad Acquedolci, nel messinese, gli allevatori e i casari del Basso Volturno hanno lanciano l’ennesimo chiaro messaggio alla politica e alla società tutta: in diverse stalle e caseifici uomini e donne, allevatori e casari travolti dalle conseguenze delle inettitudini istituzionali hanno deciso di versare il loro latte in segno di protesta estrema.

Migliaia di litri del prezioso liquido non più gettati nelle pubbliche vie, al cospetto delle telecamere di qualche telegiornale, stavolta hanno invaso le mille piazze virtuali degli italiani attraverso i social media. Gli appartenenti a questo movimento spontaneo hanno impugnato cartelli dai messaggi inequivocabili: “Il tempo delle risposte è adesso. Il commissariamento degli enti che ci hanno messo nei guai non può essere rimandato”; “Preferiamo buttare il latte frutto dei nostri sacrifici piuttosto che vivere senza diritti! Commissariamento subito!!!”
Con le loro brevi frasi diffuse in rete gli allevatori hanno espresso nuovamente e in silenzio ciò che sinora per mesi e anni si son trovati a gridare forte in piazza. Nei brevi video postati su Facebook e Instagram non esistono i singoli uomini e donne – e per questo i loro volti non appaiono nelle riprese – ma l’intera loro comunità: video di pochi secondi mostrano corpi, movimenti, azioni, gridi silenti di dolore: le mani incallite dal lavoro onesto e dignitoso imbracciano i cartelli e versano il latte.
“La voce che si deve sentire adesso è quella della politica”
“Non c’è alcun bisogno di mostrare il volto o di sentire le voci”, dichiara una nota stampa del Coordinamento Unitario degli allevatori, “perché quel gesto e quelle parole scritte nei cartelli hanno il volto e la voce di tutti gli allevatori casertani e meridionali e perché dopo due anni di parole sensate e oneste degli allevatori, dei tecnici e dei tanti loro alleati e sostenitori, adesso la voce che bisogna sentire è quella della politica che si è seduta al tavolo e ha dimostrato capacità di ascolto. Ora quella politica è chiamata a dimostrare la coerenza e il coraggio del cambiamento”.
Non ha bisogno di interpretazioni poi l’ultimo messaggio degli allevatori: “Governo, dove sei? Per cinquanta maiali nel Nord avete nominato il Commissario per la Peste Suina; cosa aspettate a farlo per i milioni di capi abbattuti al Sud per Brc e Tbc che stanno mettendo in ginocchio gli allevamenti senza risolvere i problemi?”
Nota a margine sulle proteste in atto: gli allevatori Pasquale D’Agostino in Campania e Sebastiano Lombardo in Sicilia sono giunti al 28º giorno di sciopero della fame per queste stesse rivendicazioni, portando l’eco della protesta sui telegiornali dell’emittenza di Stato.
Ad accompagnare il loro sacrificio è giunto un messaggio del Coordinamento Unitario degli allevatori che non ha bisogno di commenti: “Ancora una volta”, sostengono gli aderenti al Coordinamento Unitario, “gli allevatori sono chiari: ci fermeremo solo se ci saranno soluzioni degne per noi, per i cittadini consumatori, le comunità e il territorio”.
15 novembre 2023