La siccità che attanaglia la Sicilia sta mettendo a dura prova non solo gli allevatori ma anche il patrimonio zootecnico stesso dell’isola, e in particolare le pregiate razze autoctone come la capra Girgentana e la vacca Modicana, entrambe tutelate dagli omonimi Presìdi Slow Food.
A causa della scarsità d’acqua e delle alte temperature registrate negli ultimi mesi gli allevatori si trovano a fronteggiare una situazione che si è fatta via via sempre più critica. L’assenza di precipitazioni protratta per diversi mesi quest’anno, sta gravando sulla produzione agrozootecnica dell’isola, che quest’anno – si stima – raggiungerà a malapena il 50% del previsto.
Le capre dalle lunghe corna a spirale – Girgentane – e le vacche Modicane, simbolo della biodiversità siciliana, rischiano così di scomparire dopo anni di esemplare recupero condotto dagli allevatori, per via di un’emergenza idrica che non ha precedenti.
Gli invasi sono prosciugati, i pascoli inariditi e gli animali soffrono sete e caldo. Gli allevamenti – in genere micro-aziende a conduzione familiare – stanno mettendo in atto ogni possibile rimedio per far fronte alla situazione: dalla raccolta dell’acqua piovana in invasi di fortuna – quasi o del tutto prosciugati – alla ricerca di fonti di alimentazione alternative al fieno, con le scorte di foraggio limitate che pongono tutti di fronte a futuro assai incerto.
Molte aziende rischiano la chiusura
La situazione sta mettendo a rischio non solo la sopravvivenza degli animali, ma anche l’intero sistema produttivo: molte aziende rischiano la chiusura, con gravi conseguenze per le comunità rurali, il presidio dei territori e la biodiversità.
“Per affrontare questa emergenza”, affermano gli allevatori, “è necessario un intervento urgente da parte delle istituzioni. Servono misure concrete e urgenti per garantire l’approvvigionamento idrico, la manutenzione delle infrastrutture esistenti e la promozione di pratiche agricole sostenibili”. “Inoltre”, spiegano, “è fondamentale investire nella ricerca e nello sviluppo di nuove varietà vegetali resistenti alla siccità, per garantire il foraggio necessario agli animali”. Interventi che si sarebbero dovuti fare già da anni, di cui al momento non si conoscono né modi né tempi né tantomeno la possibilità di attuazione.
La salvaguardia delle razze autoctone siciliane è una questione di grande importanza, quindi, non solo per la biodiversità, ma anche per la tutela delle tradizioni e dell’economia locali. È fondamentale agire con urgenza e con interventi mirati, affinché un patrimonio di inestimabile valore non vada irrimediabilmente perduto.
L’impegno della Regione Sicilia per contrastare la siccità
Una situazione su cui la Regione Sicilia è intervenuta, proprio ieri, martedì 3 settembre, dalle pagine di “Terra”, il portale web del proprio Assessorato all’Agricoltura, con l’articolo “”La sfida dell’acqua: come la Sicilia sta reinventando l’agricoltura. Gli interventi strategici per le aziende“.
Nel pezzo viene presentato per grandi linee il piano da 15 milioni di euro con cui la Regione intende combattere la siccità. La Sicilia, unica regione italiana in “zona rossa” per la carenza d’acqua, ha lanciato un’iniziativa per sostenere l’agricoltura: gli agricoltori potranno accedere a questi fondi per migliorare la gestione delle risorse idriche aziendali, mentre i comuni potranno investire nelle infrastrutture.
Un approccio innovativo e sostenibile caratterizza questo piano, che si ispira alle linee-guida del Crea (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria), che promuovono pratiche come il riuso delle acque reflue, la desalinizzazione delle acque marine e la creazione di laghetti aziendali. Questi ultimi, accumulando acqua piovana, riducono la dipendenza dalle falde acquifere e offrono una risorsa preziosa durante i periodi di siccità.
L’obiettivo è un’agricoltura più resiliente e competitiva, e la Regione punta sull’innovazione tecnologica, la formazione e il benessere animale per modernizzare il settore. I laghetti aziendali, oltre a garantire l’approvvigionamento idrico, contribuiscono a migliorare la produttività e la competitività delle aziende agricole.
In sintesi, la Sicilia sta adottando una strategia integrata per affrontare la crisi idrica: dalla gestione delle risorse idriche all’innovazione tecnologica, fino alla promozione di pratiche agricole sostenibili. Questo piano rappresenta un modello per altre regioni che si trovano a fronteggiare sfide simili, dimostrando come sia possibile conciliare sviluppo economico e tutela ambientale.
4 settembre 2024