La prima neve di settembre ha imbiancato le Alpi Orientali, sorprendendo molti e facendo segnare un brusco calo delle temperature. Il fenomeno ha riguardato molte località oltre i duemila metri di quota, dove l’aria fredda di origine polare ha portato a un forte calo della colonnina di mercurio, con pioggia e neve incessanti.
Le immagini delle nevicate più copiose, registratesi mercoledì 11 e giovedì 12 scorsi, sono state condivise sui social media da molti appassionati di montagna e di sport invernali, ma anche da malghesi e pastori, che hanno condiviso suggestivi scenari di pascoli innevati e animali sulle vie di un rientro per molti anticipato.
La tempesta Boris ha così contribuito a questo repentino cambiamento climatico, portando maltempo su larga parte dell’Italia e favorendo il ritorno della neve non solo sulle vette più alte ma anche a quote attorno ai mille metri di altitudine.
In molte località le nevicate si sono protratte per due giorni e in taluni casi hanno isolato vacche, pecore, capre ma anche cavalli comportando problemi ai pastori, che si son visti costretti ad anticipare la transumanza di ritorno. L’aria fredda di origine polare ha sorpreso molte persone, essendo arrivata dopo giorni di temperature estive.
Il fenomeno della “neve precoce” non è raro, ma quest’anno è stato particolarmente intenso. Molte delle zone interessate dal fenomeno sono caratterizzate da condizioni climatiche variabili. Tuttavia, la neve a settembre è un evento che merita attenzione: le temperature sono crollate di 15º C in un solo giorno, trasformando il paesaggio estivo in un inverno improvviso.
A Malga Lussari, ad esempio, nel Comune di Tarvisio, quattordici tra vacche e asini si sono mossi anzitempo verso il fondovalle mentre il resto della mandria ha trovato rifugio all’interno di stalle. Il titolare dell’allevamento si è visto costretto a rivolgersi agli uomini del Corpo Forestale Regionale che hanno rintracciato gli animali trasferendoli nell’area protetta della ex caserma Lamarmora, dove rimarranno qualche giorno, prima di tornare anch’essi nelle stalle.
Ad ogni modo, un episodio che non stupisce più di tanto: gli animali avvertono il sopraggiungere della neve qualche ora prima di noi. E poi, come si suo, dire, la stagione d’alpeggio non la fa il calendario ma il clima, che da qualche anno a questa parte ci sta riservando non poche sorprese. Appena pochi mesi fa in molti alpeggi i pastori e i malghesi erano saliti un poco in ritardo rispetto alle consuetudini, a causa di una primavera fredda e piovosa che – come la neve di questo settembre – era stata del tutto inattesa.
18 settembre 2024