Il belato di cinquecento tra pecore e capre si è spento nel giro di un’ora sulle colline del Monte Barro, nel Comune di Galbiate, lasciando dietro di sé un silenzio assordante e un pastore nei guai. Martedì scorso, 24 settembre, Mauro Farina, 36 anni, ha visto svanire il frutto di anni di lavoro e passione, vittima di un’inspiegabile strage che al momento non ha un perché, ma solo incredibili ipotesi.
Per seguire le orme di suo padre Mauro aveva rinunciato a un lavoro sicuro in fabbrica e si, dedica dosi anima e corpo all’allevamento dei suoi animali. Come per molti pastori, pecore e capre rappresentavano per lui un lavoro nella natura, una fonte di sostentamento e in più la prosecuzione di una tradizione familiare.
Un mistero avvolto nel silenzio
A Mauro, a distanza di una settimana da quel tragico giorno rimangono due cose: gli ottanta capi sopravvissuti e l’enigma che ancora avvolge la vicenda. Certo, l’ipotesi più accreditata è quella dell’avvelenamento, ma le indagini non hanno ancora offerto indizi concreti. Al momento non sono state trovate tracce di veleni, né sono state individuate fonti di contaminazione. L’area è stata sottoposta a sequestro e le analisi tossicologiche sono state affidate alla Sezione di Sondrio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna, che esaminerà i campioni prelevati dagli animali morti.
Nel frattempo però il sospetto si sta insinuando non solo nel diretto interessato ma anche tra gli abitanti della zona. Qualcuno parla di un gesto doloso, forse compiuto da un rivale in affari o da chi invidiava la serenità di questa vita fatta di natura e animali. Mauro stesso, pur evitando accuse, ammette di nutrire dei sospetti: «Forse qualcuno invidioso, o gente a cui gli animali danno fastidio».
Di sicuro ad oggi, una strage che non ha ancora un perché ha gettato un’ombra sul Monte Barro, un luogo simbolo della natura e della ruralità nel Comune di Galbiate. Adeguandosi alla situazione, l’amministrazione comunale ha deciso di annullare la storica Sagra di San Michele in segno di rispetto e per esprimere la più viva vicinanza alla famiglia Farina.
Un appello alla solidarietà
L’unico aspetto positivo che la vicenda porta con sé riguarda la comunità locale, che si è prontamente stretta attorno a Mauro, organizzando una raccolta fondi per aiutarlo a superare questo momento difficile. Il pastore si trova di fronte a un futuro assai incerto: come evitare che quanto accaduto si ripeta? Ma soprattutto come ricostruire il gregge di Mauro?
Al momento le autorità locali stanno lavorando senza sosta per far luce su questo mistero e assicurare che fatti del genere non si ripetano. Nel frattempo, l’appello per la raccolta fondi sta rimbalzando sugli organi di informazione locali, e anche noi di Qualeformaggio la rilanciamo ai nostri lettori: chi voglia aiutare il pastore potrà effettuare un bonifico – anche di soli 5 o 10 euro – al seguente Iban: IT10Q0306951611100000008097.
Grazie a nome di Mauro dalla Redazione di Qualeformaggio.
2 ottobre 2024