Latte di bufala Dop: allevatori sul piede di guerra contro le industrie tiranne

Assemblea Altragricoltura a Capaccio l’11 ottobre 2024
foto Altragricoltura©

La vertenza sul prezzo del latte che gli allevatori di bufale della filiera Dop hanno avviato nei giorni scorsi si muove su uno scenario assai torbido, in cui chi meno sta parlando avrebbe tanto da temere, per ciò che fa e nasconde, se lo Stato di diritto si fosse affermato nel nostro Paese. Ma si sente protetto, e ovviamente tace.

Il latte c’è, i grandi caseifici lo trasformano e sembrano non avere problemi a soddisfare le richieste di mercato (secondo voci attendibili sarebbero in possesso di molto latte congelato), tanto da offrire agli allevatori locali – quelli dell’areale della Dop – con contratti in scadenza, dei prezzi da fame, che oscillano tra 1,55 e 1,20 euro al chilo. Prezzi che non coprono neanche le spese. Ma attenzione, perché i conti tra livelli i produttivi e la materia prima ufficialmente prodotta nei territori della Dop non tornano. Chi rivendica un prezzo equo mette fortemente in dubbio la provenienza del latte utilizzato dalle industrie, la sua tracciabilità e quindi l’autenticità stessa del prodotto, che – essendo Dop – dovrebbe rispettare un rigoroso disciplinare di produzione. 

Ma andiamo con ordine.

Venerdì scorso 11 ottobre a Capaccio, culla della mozzarella salernitana, un’assemblea molto partecipata, convocata da Altragricoltura (il movimento di agricoltori e allevatori che tanto ha fatto e ha ottenuto in questi ultimi anni sul fronte della brucellosi bufalina), ha registrato la presenza di allevatori e rappresentanti di caseifici artigianali, anch’essi schiacciati dallo strapotere dell’industria. Attraverso un vivace confronto, l’incontro, ha portato alla determinazione di aprire una vertenza sul prezzo del latte direttamente con Assolatte.

Oggetto del contendere è la valutazione di uno stato delle cose che al tempo stesso si presenta critico e complesso: oltre al prezzo del latte ci sarebbero in gioco i rischi che la Dop stessa della Mozzarella di Bufala Campana correrebbe se il patto non scritto con i propri allevatori non venisse rispettato. In altre parole: come fai a produrre una Dop se non acquisti il latte dove lo devi acquistare?

Al contempo l’assemblea si è determinata a richiedere ufficialmente al Masaf i dati sulla tracciabilità del latte bufalino, tanto quello dell’areale Dop quanto quello complessivo dell’intera filiera italiana, senza tralasciare latti, cagliate e altri semilavorati provenienti dall’estero, vale a dire quelli che ufficialmente sarebbero destinati alla sola produzione di mozzarelle non-Dop.

Ma c’è dell’altro: l’assemblea si è determinata a procedere con la presentazione di denunce formali alle Procure della Repubblica competenti per territorio, per i fatti avvenuti in queste ultime settimane. I legali del movimento stanno già formulando le denunce, col supporto testimoniale delle parti offese. Unico aspetto da convenire, sembrerebbe quello relativo alle tempistiche con cui le denunce stesse verrebbero effettuate. Al centro dell’attenzione si evidenzierebbe in particolare il comportamento che alcuni caseifici – non pochi – avrebbero assunto nei confronti degli allevatori. Una condotta  che lascerebbe intravedere una strategia concertata tra più soggetti “forti”, per imporre i propri diktat ai suddetti produttori. 

«Dai caseifici», spiega il coordinatore nazionale di Altragricoltura Gianni Fabbris, «giunge notizia che vi sarebbe in circolo troppo latte, circostanza confermata per altro dallo stesso Consorzio di Tutela ma valutando i dati per ora in nostro possesso queste informazioni non ci convincono. Da dove viene il latte? E da dove è venuto nei mesi scorsi, quando i grossi caseifici che possono permettersi di congelare hanno congelato?”. Domande che dovranno trovare presto risposta, già che c’è in gioco la sopravvivenza di quattrocento allevamenti, nelle province di Caserta, Latina e Salerno.

16 ottobre 2024