Canton Ticino: Arge Alp al lavoro per una gestione sostenibile dell’acqua negli alpeggi

Acqua in alpeggio
foto Ferruccio Zanone – Flickr©

Si è svolto venerdì scorso, 25 ottobre, nel comune ticinese di Quinto, 50 chilometri a nord-ovest dal capoluogo Bellinzona, un importante convegno tecnico indetto da Arge Alp (comunità di lavoro delle regioni alpine), inerente la gestione sostenibile dell’acqua sugli alpeggi.

Nel corso dell’appuntamento diverse regioni alpine – tra cui la Provincia di Trento – hanno presentato le proprie esperienze, spesso innovative e riproducibili altrove, evidenziando e confrontando diversi interessanti casi-studio che hanno stimolato il trasferimento di conoscenza e la sensibilizzazione del pubblico.

Una tematica comune a tutti gli alpeggi dell’arco alpino

La gestione sostenibile dell’acqua in alpeggio è una delle tematiche che accomunano le diverse regioni che insistono sull’arco alpino. Tematica che ha in sé una serie di rilevantissimi risvolti: dalla diminuzione della disponibilità idrica negli alpeggi all’abbassamento della falda freatica, agli accresciuti rischi di alluvioni, al fenomeno della siccità che si protrae per periodi dell’anno sempre più lunghi. Tutti fenomeni che arrecano crescenti difficoltà all’agricoltura di montagna, che spesso si trova – per motivi meteo – a salire tardi in alpeggio o ad accorciare la durata della monticazione per repentini e inattesi  cambiamenti climatici.

Le proposte della Provincia autonoma di Trento

Dal canto suo, la Provincia Autonoma di Trento è intervenuta all’incontro con diverse proposte, condividendo la propria strategia per lo stoccaggio idrico in alpeggio, presentata dal dirigente del Servizio Foreste, Giovanni Giovannini.

“In Trentino”, è stato sottolineato, “la superficie totale dei pascoli raggiunge i 40mila ettari: un territorio in cui vivono stagionalmente 70mila animali circa (tra ovicaprini, bovini ed equini), con 570 malghe attive, 80 delle quali trasformano il latte in alpeggio”. L’accumulo e la conservazione dell’acqua è qui un tema rilevante per l’attività estiva in quota e la strategia adottata con successo fa ricorso a moderne pozze-serbatoio, che adottano modelli costruttivi non comuni e materiali che consentono di ridurre danni e rischi sia per le persone che per gli animali.

Sul territorio trentino sono inoltre presenti anche pozze naturali, che oltre a rappresentare un pregevole elemento paesaggistico, assicurano alla flora e della fauna legata agli ambienti umidi il mantenimento di un elevato livello di biodiversità.

Tra i vari progetti innovativi presentati nella provincia autonoma, quello di Malga Valtrighetta, in Val Calamento, ha riscosso un apprezzabile interesse da parte dei presenti, per via del suo originale impianto di fitodepurazione per il trattamento delle acque reflue casearie. Questo esempio è stato presentato come modello da finanziare con un bando previsto per il 2025 per migliorare i pascoli e ottimizzare l’uso dell’acqua negli alpeggi.

Al termine delle presentazioni sono state formulate alcune richieste che verranno portate all’attenzione dei Capi di Governo degli Stati coinvolti nell’iniziativa.

30 ottobre 2024